A volte è facile dare tutta la colpa ad altri e cercare di toglierci di dosso la voce della coscienza e a volte si da anche fiato al sopito razzismo che è in noi in maniera che appare sconciamente liberatoria. Così nella vicenda di Gaza si va spesso molto oltre la critica e il disprezzo per il disprezzo per il sionismo si allarga a tutto l’ebraismo come se l’insensata crudeltà e la pulizia etnica fosse una caratteristica di una intera etnia. Eppure abbiamo esempi innumerevoli del contrario, ma di fronte al male assoluto non sappiamo che replicare con un processo di regressione al semplice odio.
Eppure per capire chi sta realmente compiendo il genocidio di Gaza siamo proprio noi e non dico come persone che hanno permesso che il potere in tutte le sue ramificazioni diventasse un potere tirannico, dico come complesso di alleanze e come protagonisti di una battaglia per il trono planetario che stiamo perdendo, sia pure nella parte di servi e nemmeno di padroni. Sentiamo cosa dice il Maggiore Generale in pensione dell’IDF Yitzhak Brick in un’intervista di lunedì scorso: “Tutti i nostri missili, le munizioni, le bombe a guida di precisione, tutti gli aerei e i proiettili provengono dagli Stati Uniti. Nel momento in cui chiudessero il rubinetto, non potremmo continuare a combattere (parola edulcorata per strage ndr) . Non abbiamo capacità. … Tutti capiscono che non possiamo combattere questa guerra senza gli Stati Uniti”.
Ora si potrà dire qualsiasi cosa sulla lobby israeliana a Washington, della forza della finanza che fa riferimento al sionismo eccetera eccetera, fatto sta che la strage di Gaza sta avvenendo grazie ai mezzi occidentali, anzi americani, mentre gli impotenti europei si limitano ad applaudire. E solo quando avremo ben compreso questo fatto capiremo in che mani siamo e vorremo liberarci.
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