Alla fine la realtà trabocca dal calice della menzogna e l’informazione americana, sinfonicamente diretta dal Washington post e dal New York Times hanno praticamente dichiarato la sconfitta in Ucraina. A dire la verità questa presa d’atto tardiva e crudele perché ha mandato alla morte centinaia di migliaia di persone, fa parte della bolla cognitiva occidentale perché nel momento in cui la Russia non è stata piegata dalle sanzioni la sua vittoria militare era in qualche modo scontata  a meno di non essere rimbambiti da un secolo di russofobia diffusa dalle elite nordamericane e acquisiti in blocco tra gli atri muscosi e i fori cadenti di un’Europa che non esiste più come realtà geopolitica.

Comunque che vi siano stati deli errori da parte della Nato viene in qualche modo ammesso, pur mimetizzando  il tutto sotto uno strato di  bugie minori  come quando, ad esempio, si dice che i militari ucraini, statunitensi e britannici hanno tenuto otto importanti giochi di guerra da tavolo per costruire un piano di campagna, ma che Washington ha calcolato male la misura in cui le forze ucraine potrebbero essere trasformate in una forza combattente di tipo occidentale in un breve periodo. Un breve periodo? Ma se erano quasi dieci anni che la Nato addestrava l’esercito ucraina e lo addestrava come si trattasse di fare una qualunque guerra del golfo, con vecchi criteri insomma che sono tuttora il corpus tattico e strategico dell’alleanza. Basta cazzate o almeno cambiate la versione del monopoli che tanto vi piace. Si proprio cavolate che poi vengono auto smentite con altre considerazioni, come quella secondo cui i funzionari militari statunitensi erano fiduciosi che un attacco frontale meccanizzato alle linee russe fosse fattibile con le truppe e le armi di cui disponeva l’Ucraina e ovviamente fornite dall’occidente. Le simulazioni avevano concluso che le forze di Kiev, avrebbero potuto raggiungere il Mar d’Azov e tagliare le truppe russe nel sud in un periodo compreso tra 60 e 90 giorni.

Cazzate che però testimoniano o dell’incompetenza e della irresponsabilità dei comandi NATO  cui ci affidiamo come se fossero corruschi dei invincibili, mentre sono una massa di mediocri, i oppure che una guerra così assurda possa essere portata avanti da una serie di interessi globalisti e multinazionali di cui si dovrebbero sbrogliare i fili e il cui fine potrebbe essere, tanto per dirne una, propiziare una completa distruzione dell’Ucraina per poi sfruttarne il territorio: anche riuscendo a contenere l’avanzata russa è chiaro che un Paese che ha avuto intere generazioni falciate dalla guerra e dalla fuga in massa degli abitanti, non ha più alcuna reale possibilità di conservare la minima sovranità, sarebbe una Ucrainistan dominato dalle corporation americane.

Questo ruolo della finanza internazionale non va sottovalutato soprattutto alla luce del fatto che anche per quanto riguarda l’enorme ferita dell’umanità che si è aperta a Gaza sono comparsi indizi secondo cui i circoli finanziari sapessero che il 7 ottobre sarebbe scoppiata la guerra. E quando si sanno queste cose vuol dire che si hanno le mani in pasta. Ad ogni modo l’ammissione definitiva della sconfitta in Ucraina e in stretta connessione la fine dei giganteschi invii di denaro e di armi, apre ufficialmente i giochi per la successione a Zelensky. Sarà una lotta disperata dentro un Paese distrutto dalla quale non si sa se il comico che ha accettato di guidare il massacro potrà uscirne semplicemente con l’esilio nelle ricchissime dimore che si è comprato con i nostri soldi. Il “colpevole” della sconfitta che gli Usa tenteranno di trasformare mediaticamente in vittoria, sa troppe cose per lasciarlo girare indisturbato con il pericolo che l’uomo si lasci scappare qualcosa di poco  magari lasciarsi scappare qualcosa di poco bello per l’Occidente.