Demonstration of support for Ukraine at the European Parliament in Strasbourg, France on March 10, 2022. The European Parliament, the City and the Eurometropolis of Strasbourg, European capital of human rights and democracy, in association with the Grand Est Region, and their partners on the territory, bring and express their support to the Ukrainians to bring them the necessary help. Photo by Nicolas Roses/ABACAPRESS.COM (Strasbourg - 2022-03-09, Roses Nicolas/ABACA / ipa-agency.net) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

di Aldo Di Lello

Uno spauracchio si aggira per le istituzioni d’Europa: la perdita di credibilità. L’inchiesta dei giudici belgi sulle tangenti targate Qatar è potenzialmente devastante.

La paura è che i fattacci emersi finora siano il preludio di uno scandalo più vasto. Ma, quand’anche tutto si fermasse ai soli indagati (la vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, l’ex-eurodeputato Antonio Panzeri nonché i rispettivi familiari), sarebbe comunque un colpo durissimo per l’immagine dell’Ue. Il fango di questi giorni è arrivato  infatti a lambire le sfere delicate e cruciali dei diritti umani e delle libertà civili, tutti ambiti in cui l’Unione europea rivendica la sua supremazia sugli Stati nazionali. Non per niente è proprio in nome di tali prìncipi, solennemente sanciti nei documenti e nei trattati Ue, che vengono ad esempio censurati i vari esponenti politici europei in odor di “eresia”, primo fra tutti il pestifero Viktor Orban.

Apprendere ora che l’intervento in favore del Qatar di una alta esponente del Parlamento europeo (organismo in prima fila negli anatemi in nome dei sacri princìpi dell’umanità) potrebbe essere stato propiziato a suon di fruscianti banconote, solo il sospetto di una simile possibilità, è cosa che rischia di delegittimare  quella vera e propria fabbrica di anatemi politicamente corretti che è diventata l’Europa.

Tant’è che, alla scontata autodifesa di Roberta Metsola («l’Europa è sotto attacco dei nemici della democrazia»), c’è da registrare anche l’allarme lanciato da Ursula Von der Leyen, secondo la quale ci troviamo di fronte a vicende «estremamente preoccupanti, molto gravi: è una questione di fiducia nelle nostre istituzioni, e questa fiducia richiede i più alti standard di indipendenza e integrità».

Fa bene a preoccuparsi la presidente della Commissione. Lo scandalo che scuote i palazzi di Bruxelles, tutto è, meno che un toccasana per curare i ricorrenti attacchi di euroscetticismo che colpiscono le opinioni pubbliche dei diversi Stati nazionali, soprattutto in un momento di recessione incombente come l’attuale. Di qui l’idea di Ursula di creare «un organismo etico indipendente che copra tutte le istituzioni dell’Ue».

Non sappiamo a cosa potrebbe in realtà servire un’entità del genere. Forse la Von der Leyen si sta preparando a parare il colpo di un eventuale allargamento dell’inchiesta. Certo è che continuare a pensare a nuovi “custodi della virtù” rischia di essere controproducente. Le autorità “indipendenti” non riscuotono più il successo di una volta. E il binomio etica ed umanità, a furia di essere costantemente evocato, finisce ormai per produrre generale scetticismo, se non sarcasmo.

Ciliegina sulla torta del Qatargate è la circostanza che Panzeri abbia creato una Ong dal nome “Fight impunity” specializzata nella “difesa” dei diritti umani. Gli inquirenti belgi ritengono che una simile associazione sia servita all’ex eurodeputato del Pd (ed ex sindacalista della Cgil) come «paravento» per i suoi presunti traffici. E dire che Panzeri era così potente da inserire nel consiglio onorario della sua Ong nomi prestigiosi come quelli di Emma Bonino e Dimitris Avramopoulos. Immediate, sia detto per inciso, le  dimissioni di entrambi da tale organismo non appena si è diffusa la notizia dello scandalo.

E già, farsi scudo di nobili princìpi è pratica diffusa nell’Europa abitata da troppe anime belle dal cuore di tenebra. «Chi dice umanità vuole ingannarti», diceva Carl Schmitt riprendendo Proudhon. È una massima che dovrebbe essere scritta all’ingresso di molti uffici di Strasburgo e di Bruxelles.

Fonte:

Di BasNews

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