di Americo Mascarucci

Diciamo la verità, questa campagna elettorale stava scorrendo troppo sotto tono, avvolta da una sorta di effetto sonnifero, con i colpi di fioretto fra avversari intenzionati a non accusarsi troppo a vicenda.

Sembrava che ci venisse risparmiato anche l’eterno spettro dell’allarme fascismo solitamente agitato dalla sinistra ad ogni elezione per denigrare il centrodestra a trazione meloniana, come era avvenuto per esempio un anno fa con le inchieste di Fanpage su Fratelli d’Italia e i suoi presunti legami con ambienti del neo fascismo. Eppure con l’avvicinarsi del voto chissà perché tutti si aspettavano l’arrivo della classica bomba, pronta ad esplodere per acuire la tensione fra partiti, svegliare una campagna elettorale assonnata e soprattutto per tentare di fermare l’avanzata di un centrodestra che tutti i sondaggi hanno sempre dato vincente con ampio margine.

Ed ecco che la bomba è arrivata niente meno che dagli Stati Uniti. E’ stato pubblicato infatti un report dell’intelligence secondo il quale la Russia avrebbe trasferito 300 milioni di dollari ad alcuni partiti di oltre 20 paesi a partire dal 2014. L’ex ambasciatore Usa alla Nato Kurt Volker ha sostenuto che i soldi sarebbero arrivati anche a partiti italiani e, stranamente ma non troppo, cita quelli del centrodestra; Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Ma andiamo per ordine. Scrive Open: “Secondo l’intelligence Usa i paesi coinvolti nelle sponsorizzazioni di Vladimir Putin si trovano in Asia del Sud, Africa ed Europa. Secondo i funzionari si tratta di un tentativo di manipolare il funzionamento delle democrazie dall’interno. Una fonte dell’amministrazione statunitense dice a La Stampa che la preoccupazione di Washington è che si venga a creare una divisione tra i governi che sostengono l’Ucraina e la gente che paga di tasca propria le ripercussioni economiche del conflitto”.

Ma ecco che in un’intervista a Repubblica, come riporta sempre Open ” l’ex ambasciatore Usa alla Nato Kurt Volker fa esplicitamente i nomi di Fdi, Lega e Forza Italia”. Ecco le esatte parole dell’ambasciatore: “Sapevamo da anni che i russi spendono per influenzare le elezioni in tutto l’Occidente. Cercano di promuovere la divisione nelle nostre società e fra i nostri paesi. Questi 300 milioni non hanno fruttato molto, però hanno migliorato le prospettive di alcuni partiti, come quello di Le Pen in Francia e Fratelli d’Italia da voi”.

Attenzione però, perché il bello di tutta la storia sta nel fatto che l’ambasciatore ammette di non avere prove dirette di ciò che dice ma sostiene che  “è un ritornello costante che c’è stata qualche forma di assistenza”. Come detto nell’intervista si tirano in ballo anche Lega e Forza Italia.

Sempre a Repubblica Volker dichiara ancora: “È interessante che Berlusconi non fosse così filo russo, quando aveva fatto il premier la prima e la seconda volta, ma alla terza è completamente cambiato. Ha sviluppato uno stretto rapporto personale con Putin, e forti relazioni di business con la Russia”. Sulla Lega invece aggiunge: “La Lega è in circolazione da parecchio tempo ed era noto che riflettesse le prospettive russe. FdI è una formazione più recente, anche se erede di altri partiti, ed è cresciuta in maniera straordinaria nell’ultimo anno. Ciò obbliga a porsi domande su quali sono le fonti dei loro finanziamenti, delle posizioni prese e dell’aumento della popolarità”.

Dunque, a giudicare da quello che riportano tutti i media nel dossier non risulterebbero citati partiti italiani, al punto da spingere il governo Draghi a chiedere chiarimenti per sapere se anche l’Italia è compresa nella lista. Ma, riporta Open “gli Stati Uniti hanno fornito risposte generiche ed evasive. Perché l’operazione sarebbe ancora in corso. E perché è più probabile che i nomi escano da fonti ufficiali o media americani. Visto che in questo modo gli Usa eviterebbero all’esecutivo di scegliere se intervenire o meno durante la campagna elettorale”.

Eppure ecco che di colpo sono comparsi i partiti di centrodestra, con in testa Fratelli d’Italia, nonostante Giorgia Meloni da mesi stia sostenendo con forza la guerra contro la Russia, le sanzioni contro Mosca e l’invio delle armi a Kiev, rassicurando gli Stati Uniti sulla fedeltà sua e del futuro governo alla Nato.

Ed ecco quindi che le rivelazioni dell’ex ambasciatore Usa, basate sul sentito dire e non su elementi certi, appaiono tanto come la classica “polpetta avvelenata” da gettare in pasto all’opinione pubblica ad una settimana dalla chiusura della campagna elettorale. E poiché il fascismo e la minaccia delle camicie nere alle porte non fa più presa sull’elettorato, l’accusa oggi dominante per screditare i partiti non graditi è quella di essere foraggiati da Putin.

Il tutto mentre Adolfo Urso è in missione a Washington per conto di Giorgia Meloni proprio per rassicurare gli americani sul profilo filo atlantista che avrà un ipotetico futuro governo guidato dalla leader di Fdi.

L’impressione che si ha è che le accuse di Volker terranno banco in questa ultima settimana di campagna elettorale per poi sgonfiarsi già all’indomani del voto. Matteo Salvini intanto ha già annunciato querele, dopo che ieri sera accuse esplicite nei confronti della Lega sarebbero arrivate nel corso di alcune trasmissioni televisive.

Ma poi, ammesso anche che questi soldi siano arrivati, dove sarebbe questa deriva filo-russa del centrodestra italiano? A parte l’amicizia personale e mai negata di Berlusconi con Putin e le magliette di Salvini con la faccia del presidente russo, non risulta che quando è stato al governo il centrodestra si sia mai distanziato dalle posizioni atlantiste. E allora le accuse dell’ex ambasciatore sembrano tanto il classico colpo di scena da finale elettorale per tentare di indebolire una coalizione che, al di là dei pellegrinaggi di Urso a Washington e i giuramenti di fedeltà della Meloni, forse non riscuote molto consenso nell’amministrazione americana a guida dem.

Fonte:

Di BasNews

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