di Redazione
  Nonostante vi siano ancora alcune restrizioni relative al Covid, come tutti gli anni, in autunno, le strade di accesso al Monte Vulture si riempiono delle auto dei cercatori di castagne e funghi. L’effetto è quello solito: un assalto senza regole, perpetrato da un numero di persone sproporzionato, che impoverisce castagneti privati e demaniali. Molti proprietari di castagneti sono ridotti alla condizione di dover abbandonare i loro terreni: le castagne sono frutti che si raccolgono lentamente per caduta, non si può restare a presidiare i luoghi notte e giorno,  affinché evitare che i raccoglitori entrino senza tener conto di recinzioni e cartelli, o litigare di continuo con essi. Nei castagneti demaniali la situazione non è più incoraggiante. La consuetudine della gente del luogo ad effettuare una passeggiata con la famiglia, e raccogliere qualche castagna da arrostire per la cena, è ormai cosa passata.

La raccolta indiscriminata è favorita anche dalla situazione della viabilità. Le strade sterrate che si inoltrano nei boschi del Monte Vulture, in teoria, sono vietate al traffico dei mezzi a motore: il transito con tali mezzi sarebbe consentito solo ai proprietari dei terreni, ai mezzi antincendio e per la vigilanza. E’ una norma regionale, che risale all’approvazione del Piano Paesistico, ma è largamente inapplicata. E così, nessun angolo del Monte Vulture può sottrarsi ad una fin troppo facile penetrazione dei mezzi a motore, che aggrava i danni. Più volte le autorità hanno ipotizzato di mettere un freno a tale situazione, senza ricavarne nulla.

L’ente Parco del Vulture, di recente ha emanato un’ordinanza che disciplina la raccolta di castagne e altri frutti del bosco: “Ordinanza castagneti e Avviso Pubblico raccolta castagne 2021 – Con Determina n. 35 dell’area tecnica è stata promulgata una Ordinanza di Modifica alle norme per la raccolta dei prodotti secondari del sottobosco –

Con Determina n. 36 dell’area tecnica è stato approvato l’Avviso Pubblico per la Concessione per la raccolta dei semi di castagno nei castagneti da frutto appartenenti al patrimonio indisponibile della Regione Basilicata – Foresta Monticchio – Anno 2021”. Al seguente link le Determine:

https://www.parcovulture.it/ente-parco/albo-pretorio/determinazione-area-tecnica.html

I ogni caso, come quasi sempre accade, le regole, come già accennato, non sono tenute in considerazione e rispettate: la consuetudine, da anni, è quella di tirar dritto verso il bosco, e rastrellare tutto ciò che si può: centinaia di auto e molti pullman ogni giorno, soprattutto nei fine settimana, provenienti da ogni dove. Di fronte a tale assalto anche le forze di polizia locale, di fatto, sono  impossibilitate a gestire la situazione: è chiaro, che tale approccio non funziona.

A discolpa dell’Ente Parco, va il fatto che esso è ancora in una fase embrionale, anche se, servirebbero azioni concrete di coordinamento con i Comuni per tutelare la natura, nonché, essere amico di chi vi abita.

Una possibile semplice soluzione alla questione potrebbe essere questa. Ai residenti dei Comuni del Parco dovrebbe essere consentita la raccolta libera e gratuita di una modica quantità di castagne, in castagneti non di proprietà privata, così come è stato da sempre. I non residenti, invece, dovrebbero pagare una quota: si può ipotizzare la somma di un euro al chilo, sempre per un massimo giornaliero stabilito, e sempre al di fuori dei terreni privati. A fronte del prezzo delle castagne in qualunque negozio, non pare una così grave punizione. Si potrebbe organizzare la costituzione di cooperative di giovani del luogo, autorizzata dai Comuni dell’area: basterebbe controllare gli accessi ai sentieri e alla viabilità principale, con qualche bilancia, e anche fare qualche giro nei castagneti. Niente fototessere, tesserini, versamenti o altra burocrazia: solo esibire la carta d’identità e pesare il raccolto. In tal modo si riuscirebbe a creare lavoro vero, non assistito, ma, cosa più interessante, collegato alla risorsa locale (altro obiettivo del Parco) per di più facendo rispettare regole e pulizia nel bosco, controllando l’accesso ai sentieri e agli stessi castagneti dei privati. Così, un po’ di castagne le raccoglierebbero tutti, residenti e gitanti; i Comuni sarebbero sollevati da astruse attribuzioni di incombenze.

In conclusione, al di là dei regolamenti, servirebbe maggiore attaccamento di tutti al nostro territorio, i boschi, non devono essere abbandonati, ma vissuti tutto l’anno, in particolare nel periodo autunnale. Come per tutte le cose, è necessaria la presenza di una società civile strutturata. Facciamo in modo che il Parco sia concepito come amico di tutti, per fa sì che il Vulture sia davvero sentito come il nostro territorio.

In ultimo, una considerazione di carattere generale: delegare la politica, e poi non controllare, è uno dei mali politico-sociali del nostro tempo. La sola speranza che si può riporre verso il futuro, credo, sia rappresentata da una presa di coscienza da parte della società civile, appunto, di tutti noi, in quanto è indispensabile una costante partecipazione nei riguardi della cosa pubblica (in tal caso, il territorio) con un po’ di senso del bene comune: neanche tanto, ne basta un minimo!

Di BasNews

2 pensiero su “Raccolta delle castagne nel Vulture: è un assalto ai nostri boschi!”
  1. Basta una collaborazione tra tutti i comune del Vulture che insieme alla collaborazione della protezione civile controllino che le regole vengono rispettate . Cosi come avviene per la raccolta funghi istituendo un tesserino giornaliero da ritirare pagando on line

  2. Volevo solo sapere se i vigili urbani sono sempre solerti nel fare multe per il parcheggio selvaggio lungo la strada che va a Monticchio oppure solo a loro scelta quando ci ci sono solo poche macchine e non intralciano il traffico grazie.

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