La città di Rionero, nel corso delle varie epoche che hanno caratterizzato la sua lunga storia passata, ha indubbiamente avuto tanti suoi “figli illustri” distintisi brillantemente in vari ambiti (culturale, politico, militare, sociale, civile ecc..), tanto da acquisire, ognuno nel proprio specifico settore, elevata notorietà su scala nazionale per il proprio operato profuso in vita terrena portando così, al tempo stesso, orgogliosamente alto il nome di questa cittadina.
In merito a questo, basterebbe citare solo alcuni nomi delle tante illustri personalità rioneresi del passato come Giustino Fortunato, Ernesto Fortunato, Michele Granata, Luigi Granata, Raffaele Ciasca, Giuseppe Pennella, Nicola Russo, Aurelio Cappiello, Giuseppe Catenacci, Michele D’Angelo, Michele Rigillo, Michele Preziuso, Nino Calice, Giuseppe Brienza, Donato Lamorte e tanti altri per comprendere realmente come questa città, nel corso delle varie epoche, abbia sempre avuto personalità di ampia rilevanza che hanno lasciato il segno della propria opera profusa in vita terrena.
Moltissime di queste personalità illustri della “Rionero del passato” vengono spesso ricordate attraverso la promozione di svariati ed interessanti eventi culturali, ottimamente curati dalle tante dinamiche associazioni culturali presenti in questa comunità, che tendono spesso a tenerne viva la memoria e divulgare l’operato di queste genti.
Proprio in merito a tutto questo va però evidenziato come, tra le tante personalità di rioneresi illustri che frequentemente vengono ricordate attraverso iniziative culturali di svariato genere, ci sono al tempo stesso anche tante altre personalità illustri della storia passata di questa cittadina che, purtroppo, sono state totalmente dimenticate con il passare del tempo visto che, nel corso dagli anni, non è stato fatto praticamente mai nulla per ricordarli degnamente e tutto ciò rischia inevitabilmente di “occultare” in maniera ingenerosa la figura e l’opera professionale profusa da queste personalità durante la propria esistenza terrena.
Tra i nomi dei “rioneresi illustri dimenticati” abbiamo deciso di soffermarci sulla figura di Aurelio Cappiello, distindosi in ambito militare come Generale dell’Arma dei Carabinieri, descrivendo, nelle righe che seguono, tutte le tappe più importanti della sua lunga e prestigiosa carriera professionale.
Aurelio Cappiello nacque a Rionero il 13 Agosto 1898 figlio di Michele Aquilante Cappiello e Irene Pennella, sorella del famoso e Pluridecorato Generale del Regio Esercito Italiano Giuseppe Pennella.
Nel 1917, all’età di soli 19 anni, il giovane Aurelio Cappiello si arruolò nella Fanteria dell’allora Regio Esercito e venne invitato sul fronte bellico della Prima Guerra Mondiale a difesa della Patria combattendo nella 2° Armata.
Nel 1920 entrò nei Carabinieri con il grado di Tenente assumendo la reggenza di vari comandi territoriali in varie parti d’Italia fino al 1931.
Nel 1931 venne in seguito promosso al grado di Capitano ed inviato in Somalia con il corpo delle truppe coloniali assumendo il comando dei Carabinieri dello scacchiere dell’Amba Alagi nel Battaglione “Toselli” e rimase in “missione militare” nella nazione dell’Africa Orientale fino al 1934.
Durante la Seconda Guerra Mondiale si distinse valorosamente per le sue notevoli capacità in ambito militare.
Nel 1953 venne promosso al grado di Colonnello e fu inviato in Sardegna dove gli venne affidata la reggenza della Legione Carabinieri di Cagliari rimanendovi fino al 1956.
Infatti, proprio nel 1956, venne promosso al grado di Generale di Brigata e fu inviato in Veneto dove gli venne affidato il comando della 7° Brigata di Padova.
Nel 1960 fu promosso al grado di Generale di Divisione e gli venne affidato l’incarico importante di comandante della Prima Divisione “Pastrengo” di Milano dove rimase in carica fino al 1962.
Successivamente fu inviato a Roma dove, con il grado di Generale di Divisione, il 1° Febbraio 1962 venne nominato Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri ricoprendo questa carica per poco più di sei mesi fino al 13 Agosto 1962 quando lasciò l’importante incarico per motivi di salute.
Infatti, dopo nemmeno un mese dall’aver lasciato l’incarico, l’11 Settembre 1962 si spense a Roma all’età di 64 anni.
Una carriera militare importante, quella del Generale Aurelio Cappiello, dimostrata in modo chiaro dalle tante onorificenze ottenute tra cui una Decorazione al Valore Militare, sei Encomi Solenni e due Croci al Merito di Guerra.
Dalla sua prematura dipartita sono passati ormai più di 60 anni e, ad oggi, la “sua” Rionero ha onorato la memoria di questo suo “figlio illustre” dedicandogli, alcuni decenni fa, un monumento formato da una Stele eretta in suo onore che è situata nel quartiere del Piano Regolatore proprio nei pressi delle stazioni di benzina Esso ed Eni.
Un gesto, quello della realizzazione della Stele eretta in suo ricordo, tuttosommato onorevole e doveroso ma che, al tempo stesso, non rappresenta il massimo per ciò che il Generale Aurelio Cappiello è stato.
Infatti, a parte la realizzazione di questo monumento avvenuta in passato, per il resto, nel corso degli anni, non è stato fatto praticamente mai nulla per ricordare a dovere la figura di questa grande personalità.
Una proposta semplice e concreta per onorare degnamente la sua memoria e le sue valorose gesta profuse in ambito militare potrebbe essere l’intitolazione della sede del Comando Stazione Carabinieri di Rionero alla sua memoria considerato anche il suo notevole impegno profuso come Alto Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri.
Proprio in merito a questo, va specificato come, in molti altri centri della Basilicata tanti sono i presidi militari dell’Arma dei Carabinieri che sono appunto intitolati alla memoria dei tanti militari di questo corpo particolarmente distintisi per le loro gesta durante il proprio servizio e, proprio per questo, sarebbe sicuramente cosa giusta e facilmente attuabile quella di una possibile intolazione del “presidio rionerese” dell’Arma dei Carabinieri alla memoria del Generale Aurelio Cappiello.
Ci auspichiamo che tutto questo possa essere attuato in un futuro, si spera non troppo lontano, affinché possa essere dato pieno lustro alla memoria di questo illustre cittadino rionerese.
Francesco Preziuso