di Americo Mascarucci

“Non ho nessuna intenzione di dimettermi”. Papa Francesco mette fine al teatrino delle indiscrezioni su una sua possibile uscita di scena seguendo l’esempio del suo predecessore e anzi, si dice intenzionato a visitare sia Kiev che Mosca.

Il pontefice ha rilasciato un’intervista all’ agenzia Reuters nella quale è tornato anche a condannare l’aborto. Ma andiamo per gradi.

A proposito della possibilità che possa dimettersi come ipotizzato da più parti, Francesco ha smentito definitivamente l’indiscrezione: “Non mi è mai passato per la testa. Per il momento no, per il momento no. Davvero” ha spiegato, pur tuttavia consapevole che certe coincidenze potessero effettivamente rafforzare questa eventualità e renderla credibile, dal concistoro di fine agosto alla visita all’Aquila dove è sepolto Celestino V, che si dimise nel 1294.

Papa Francesco nega di aver pensato alle dimissioni, ma al tempo stesso non esclude che possano arrivare in futuro qualora eventuali problemi di salute dovessero impedirgli di governare la Chiesa. Ma quando potrebbe accadere? “Non lo sappiamo. Dio lo dirà” ha risposto, smentendo anche le voci di un tumore maligno.

Per il momento dunque non ci saranno dimissioni, né nuovi conclavi all’orizzonte. Il papa torna a parlare della guerra e lo fa in termini che sicuramente non saranno apprezzati dall’Occidente. Francesco prende in considerazione l’invito di andare a Kiev come richiesto dalle autorità ucraine, ma al tempo stesso auspica di poter recarsi anche a Mosca confermando la volontà di dialogare con tutti e di non avere amici o nemici. “Vorrei andare in Ucraina, e volevo prima andare a Mosca – ha detto – Ci siamo scambiati dei messaggi a questo proposito, perché pensavo che se il presidente russo mi avesse concesso una piccola finestra per servire la causa della pace io potevo servire a qualcosa… I segnali iniziali non sono stati buoni. Si è parlato di questo possibile viaggio per la prima volta, diversi mesi fa – ha detto il Papa – ma Mosca ha risposto che non era il momento giusto. E ora è possibile, dopo il mio ritorno dal Canada, che io riesca ad andare in Ucraina. La prima cosa da fare però è andare in Russia per cercare di essere d’aiuto in qualche modo. Vorrei andare in entrambe le capitali”. Riferendosi a Mosca, Francesco ha parlato di “dialogo molto aperto, molto cordiale”, “la porta – ha affermato – è aperta”.

Altro tema caldo l’aborto e qui Francesco torna ad usare le parole pronunciate già in passato per condannare il ricorso a questa pratica. “Chiedo: è legittimo, è giusto, eliminare una vita umana per risolvere un problema?” ha risposto, ricordando ancora una volta che abortire “è come assoldare un sicario per uccidere”. Ma non si mostra eccessivamente duro nei confronti della vicenda di Nancy Pelosi speaker della Camera dei Rappresentanti, che ha ricevuto la comunione in San Pietro dopo che le era stata negata dall’arcivescovo della sua diocesi, San Francisco proprio per le sue posizioni liberali in tema di aborto.

Dopo aver taciuto per settimane lasciando circolare le indiscrezioni sulle sue possibili dimissioni, ora il papa ha sentito il bisogno di intervenire e smentire le notizie, in parte incontrollate, che lo davano addirittura malato di cancro. Voci che avevano preso quota dopo l’annuncio del concistoro di agosto (periodo insolito per riunire cardinali a Roma) dove riceveranno la porpora arcivescovi considerati di stretta osservanza bergogliana: il che lasciava intuire la volontà del pontefice di rinforzare il collegio cardinalizio per poter uscire di scena non prima di aver garantito una maggioranza in grado di eleggere un successore a lui gradito.

Voci quelle delle dimissioni e della presunta malattia del capo della Chiesa che rischiavano di indebolirne il peso internazionale, ancora di più in un momento delicato e drammatico come quello che il mondo sta vivendo. Invece Francesco nel confermare che resta saldamente al timone torna a riproporsi anche come mediatore sulla scena internazionale, riaprendo il dialogo con la Russia e dicendosi pronto a visitare sia Mosca che Kiev per tentare un dialogo.

Il fatto che il pontefice non escluda in futuro di potersi dimettere in casi estremi è da collegare al precedente di Benedetto XVI che di fatto ha sancito una discontinuità rispetto al suo predecessore. Giovanni Paolo II non si dimise nemmeno quando le sue condizioni di salute non gli permettevano più di fare il papa, sostenendo che non si poteva mai scendere dalla croce. Ratzinger invece ha stravolto questa impostazione affermando che quando un pontefice non ha più le forze, per il bene della Chiesa è giusto si faccia da parte. Francesco dunque sembra aderire alla scuola del Papa emerito confermando che se non sarà più in grado di fare il papa si farà da parte, anche se come ha spiegato lui stesso soltanto Dio può stabilire i tempi e i modi di una futura uscita di scena. Che per il momento non sembra intravedersi all’orizzonte.

Fonte:

Di BasNews

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