Il problema delle narrazioni fasulle è che non sempre hanno dei copioni, ma spesso solo dei canovacci attraverso i quali si esprime la reale cultura del guerrafondaio di turno, senza il velame dei pretesti e dei falsi valori che vengono accampati per ricorrere alle armi. Così non stupisce più di tanto  che il “racconto” della Nato sul massacro a cui costringe gli ucraini nel tentativo di indebolire ka Russia  si mischi in modo francamente osceno a tutto il miserabile immaginario hollywoodiano,  a quella paccottiglia che riassume sinteticamente ed efficacemente l’implosione della cultura americana. L’account Twitter ufficiale dell’alleanza atlantica  ha pubblicato un bizzarro messaggio che è diventato virale confrontando il conflitto ucraino con  film fantasy come Harry Potter, Star Wars, Braveheart eccetera eccetera:  “Siamo Harry Potter e William Wallace, i Na’vi e Han Solo. Stiamo scappando da Shawshank e facendo saltare in aria la Morte Nera. Stiamo combattendo con gli Harkonnen e sfidando Thanos”. Gli imbecilli che hanno scritto queste cose, dopo la marea di interventi polemici si sono inventati che sia stato un soldato a esprimere questa epica da Netflix, non rendendosi conto che questo è ancora più grottesco perché testimonierebbe del lavaggio del cervello che hanno fatto al popolo ucraino che ormai parla come i nani da giardino. E del resto con leader come quello raffigurato nell’immagine di apertura, vale a dire un guitto rotto a qualsiasi cosa, potrebbe essere differente?

Per fortuna c’è ancora chi ha la testa attaccata al collo e ha risposto per le rime: ” la Russia dovrebbe vincere solo per questo tweet” oppure “questo tweet è una ragione sufficiente per abolire la Nato”, ma sta di fatto che è sempre spaventoso rendersi conto da quale orrenda e allo stesso tempo infantile palude siamo guidati verso la rovina. e verso la guerra totale. Ma ho voluto segnalare questo “incidente” perché in essa si riconosce un tratto tipico della cultura americana che pur essendo intrisa di tracotanza e violenza, pur spendendo per le armi più di tutto il mondo messo insieme,  immagina se stessa come la parte debole che alla fine sconfigge il più forte, come Davide  contro Golia. Non si tratta solo di un meccanismo di rimozione della colpa che è spesso rintracciabile nel vittimismo dei prepotenti, ma qualcosa che si impasta con la rigida dogmaticità dell’origine quacchera e con uno spirito manicheo che era stato il manifesto dell’America ottocentesca condensato in Moby Dick. Con il prevalere del neoliberismo questa sorta di epica ha trovato un porto accogliente nel disneysmo di cartapesta dei supereroi:  il senso del più vero romanzo americano viene completamente ribaltato  visto che il male impersonato dalla balena bianca viene alla fine vinto e Achab non viene trascinato nell’abisso . Ed è questo ciò e la Nato vorrebbe esprimere con i suoi tweet indecorosi.

Del resto immersa nella neo cultura hollywoodiana, l’Alleanza Atlantica, deve per forza esagerare e invocare tutti gli invincibili  del proprio immaginario infantile  di fronte all’evidenza di essere di fronte a Moby Dick, alla gigantesca balena che non può sconfiggere, quella che immaginava come il male assoluto, ma che invece ora appare come una speranza per l’intero mondo, servitù esclusa ovviamente . Dopo la seconda guerra mondiale e l’occupazione di fatto dell’Europa, gli Usa hanno per così dire dato la caccia ai tonni: facile dall’altezza di un dollaro imposto come moneta di scambio universale e dunque in qualche modo libero dal freno dei debiti, istigare guerre sanguinose , interferire negli affari interni di altri paesi, inscenare “rivoluzioni colorate”, creare regimi dittatoriali, fomentare  per  controversie regionali abusare dell’egemonia, con il pretesto di promuovere la democrazia, la libertà e i diritti umani e armati di menzogne sempre più clamorose. Bastava solo spargere biglietti verdi in quantità. Hanno anche stuzzicato le balene bianche  della geopolitica le hanno circondate con le barche e occasionalmente sono riusciti a colpirle con i loro arpioni, ma di fatto non si sono mai avvicinati a un conflitto aperto, accontentandosi insieme a i valletti europei di prede minori e dimenticando tra l’altro di affilare gli arpioni. Adesso invece si sono trovati di fronte a Moby Dick che pensavano di aver bloccato in un angolo con le sanzioni, sono furibondi e impauriti. Lo stesso equipaggio della nave si rende conto del pericolo e l’81  per cento degli americani disapprova  il modo in cui la Casa Bianca sta trascinando gli Usa nella guerra ucraina e soprattutto si sta rendendo conto che la “comunità internazionale” non sta a fianco degli Usa facendo vacillare l’intera narrazione fondativa dell’impero come bene supremo.  Lo ammette persino il New York Times, ma il atto è che non si potrà uscire da questa situazione senza il riconoscimento di una sconfitta che è al tempo stesso quella del potere e della governance profonda. Di certo Harry Potter non è al fronte,

fonte:

Di BasNews

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