Qualche volta succede che la verità venga fuori spontaneamente visto che quando la malafede diventa eccesiva tende a formare delle crepe, esattamente come l’intonaco troppo spesso dato per nascondere meglio la realtà: così un gruppo di docenti universitari californiani senza volere ha rivelato che la sostituzione delle auto a combustione interna con auto elettriche per risparmiare Co2 è una balla a scatola cinese, vale dire una menzogna contenuta dentro dentro un’altra. In realtà il vero obiettivo è quello di eliminare l’uso stesso dell’automobile. Questo gruppo di docenti che viene dallo stato più sveglio” degli Usa, dunque anche il più stupido (non è nemmeno tanto uno scherzo perché una  una ricerca dimostra che maggiore è l’intelligenza e minore è la propensione verso il politicamente corretto) nella sua voglia di essere all’avanguardia dell’avanguardia dice che la necessità di procurarsi i materiali per elettrificare i trasporti e in particolare il litio finirebbe per comportare gravi danni ambientali per cui la soluzione non è tanto l’auto elettrica, quanto l’abolizione dell’auto stessa .

Questa idea – se così vogliamo chiamarla –  è in realtà molto superficiale perché non prende in considerazione che complessivamente le auto elettriche considerando interamente il loro ciclo di vita, potrebbero produrre complessivamente più anidride carbonica dei veicoli a combustione interna e questo vale praticamente per ogni mezzo elettrico, salvo forse le biciclette che non possono fare a meno di una quota di energia umana attraverso i pedali. Le difficoltà di costruzione e di smaltimento di miliardi di accumulatori pongono enormi problemi ambientali aggiuntivi a tutti quelli che già abbiamo, ma anche la trazione elettrica in sé non è così risparmiosa come si potrebbe pensare visto che comunque le batterie vanno ricaricate con energia che spesso viene prodotta da combustibili fossili, che è problematico approvvigionarsi con le fonti cosiddette rinnovabili perché esse hanno a loro volta necessità di batterie per conservare l’energia e non c’è operazione meno efficiente che quella di ricaricare batterie con altre batterie. Infine ci sono da conteggiare le dispersioni di corrente dentro un sistema di distribuzione così complesso che potrebbero assorbire anche il 10 per cento dell’energia prodotta. E non si cerca nemmeno di esplorare alternative come i biocombustibili e  ancor meglio l’idrogeno che sono già in campo e  solo volendolo potrebbero davvero abbattere la Co2 se è di quello che davvero ci si preoccupa e non sia invece soltanto un preteso per cambiamenti sociali di tipo autoritario.  Ma è chiaro che si è scelta una strada già obsoleta o comunque non sostenibile con i livelli di tecnologia attuali in fatto di immagazzinamento dell’energia ( non bisogna dimenticare che le auto elettriche furono abbandonate un secolo fa)   perché il piano reale  è quello di mettere tutti a piedi e di diminuire molto anche i trasporti commerciali: questa è la visione della nuova normalità che un gruppo di sociopatici sta imponendo all’occidente e ai suoi cittadini  utilizzando una costellazione di menzogne allo stato puro. Ogni spostamento dovrà essere controllato e questo non si accorda on il possesso di auto. .

Con effetti anche incongrui, ridicoli e infami perché la medesima governance profonda che guida la campagna del cambiamento climatico catastrofico è quella che ha spinto per la guerra in Ucraina, un conflitto che ha costretto a riaprire centrali elettriche a carbone, a ricorrere alle petroliere piuttosto che agli oleodotti e a comprare  gas liquefatto la cui gestione genera complessivamente tre volte la Co2 del gas che giunge attraverso i tubi, ma che alla fine sta salvando la produzione americana da scisto e affondando l’economia europea.  Del resto i pretesti si distinguono dalla realtà proprio per essere contraddittori e gratuiti come appare evidente nella delirante iniziativa europea che vorrebbe abolire i motori a combustione interna entro il 2035. Tutto ci dice che si tratta di una totale idiozia: prima di tutto perché il settore trasporti dell’intero continente produce appena l’ 1,2 per cento di tutta l’anidride carbonica immessa in atmosfera dall’attività umana che peraltro è una piccola frazione di quella dovuta, alla biomassa. Si tratta perciò di una quantità assolutamente marginale che non cambia in nessun modo le cose anche volendo credere a una stretta correlazione tra Co2 e temperatura, ipotesi peraltro falsificata da tutti i dati di cui disponiamo. Inoltre introdurre un cambiamento così repentino non fa che dare alla Cina la chance di impadronirsi di tutto il mercato continentale visto che ha  tecnologie produttive e di processo già attive che noi dobbiamo ancora sviluppare. Questo è in contrasto con la sinofobia a cui Washington vorrebbe costringerci, ma appunto si tratta solo di pretesti.

Fonte:

Di BasNews

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