Se alcune persone non pagano la bolletta si vedono tagliare la fornitura, qualunque essa sia e magari finiscono in tribunale dove sono condannate a pagare, ma se sono milioni a rifiutarsi di pagare allora la cosa diventa qualcosa di diverso, diventa una rivolta popolare. ed è quanto potrebbe accadere in Gran Bretagna visto che oltre 90  mila perone , riunite nel gruppo  Don’t Pay UK si sono impegnate a non pagare più la bolletta dell’elettricità a partire dal primo ottobre. E il numero cresce di minuto in minuto come si può constatare andando sul sito dove un numeratore scandisce ogni nuova adesione . Una determinazione che nasce dalle cose e arriva quando la  tempesta inflazionistica sta cancellando i redditi delle famiglie e le sta letteralmente spingendo dentro i recinti della povertà, mentre le società si servizio e i loro azi0nisti fanno guadagni straordinari.  L’autorità britannica per l’energia fa sapere che da ottobre una famiglia media spenderà circa 300 sterline al mese per l’elettricità, cifre praticamente impossibili per la maggior parte delle persone già colpite dall’aumento vertiginoso del costo della vita e soprattutto del cibo, ma i cui stipendi sono cresciuti solo di qualche spicciolo.

Il governo dal canto suo non sa che fare, né sembra intenzionato a trovare qualche soluzione e per ora si limita a far gridare allo scandalo i suoi cagnolini mediatici, cercando di dividere le persone e di far credere che le bollette di chi si rifiuta di pagare saranno saldate dagli altri. Ma è chiarissima la totale paralisi dell’esecutivo britannico di fronte a una situazione che rischia di trascinare nella povertà oltre 6 milioni di famiglie o comunque di essere l’ultima goccia che traboccare il vaso. Sembra niente, ma 300 sterline sono un quarto del salario minimo netto mensile per il lavoro a tempo pieno che si aggira sulle 1300 sterline, mentre sono poco meno della metà delle 660 sterline nette per quello a tempo parziale: non ci vuole molto a capire che ci si trova di fronte ad una bomba sociale. Del resto lo sciopero fiscale non è nuovo in Gran Bretagna e a dire il vero  è l’unico pienamente riuscito durante l’era della Thatcher: nel periodo tra il 1989 e il 1990 17 milioni di persone si rifiutarono  di pagare la Poll tax, ovvero una tassa con aliquota uguale per tutti  così che un miliardario avrebbe pagato la stessa percentuale di un poveraccio. Si tratta in sostanza della flat tax, tanto amata da Salvini che poi finge di contestare il sistema e cambiata di nome ( ma sempre in inglese, non sia mai che qualcuno di questi idioti infantili parli italiano) ) chiamata così semplicemente per evitare gli spiacevoli ricordi. La signora di ferro di fronte alla valanga dello sciopero fiscale dovette fare marcia indietro. Così è probabile che anche il governo di oggi dovrà trovare una qualche soluzione a questo problema se non si vuole innescare un’era di disordini civili, durante i quali Downing street dovrà usare i suoi 72 mila soldati che ogni giorno minaccia di impiegare contro la Russia.

Del resto anche in Italia  l’aumento dei prezzi finora guidati esclusivamente dalla speculazione  prima ancora di scontare l’aumento dei prezzi energetici, finirà per colpire duramente i redditi delle famiglie ed è significativo che qualche piccolo ristoro trovato in questi mesi va a terminare proprio con l’apertura delle urne: per esempio il taglio delle accise sui carburanti ci sarà solo fino al 20 settembre. E’ probabile che anche l’aumento generalizzato dei prezzi sarà tenuta in sordina da molti degli asset economici che hanno interesse alla sopravvivenza dei governi fascio sanitari, per esempio le organizzazioni della grande distribuzione:  dopo si scatenerà l’inferno con l’aumento generalizzato di ogni cosa: non per nulla si sono volute anticipare così tanto le elezioni. Ma naturalmente da noi non ci sarà nemmeno un tentativo di sciopero della bolletta, si finirà per dividersi anche su quello.

Fonte:

Di BasNews

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