Per chi ogni tanto segue lo spettacolo delle notizie e le notizie spettacolo di alcune emittenti americane, sa che nella notte di giovedì l’ordine di servizio era: scatenate l’inferno. Mezzi busti e mezze buste si agitavano come dervisci proclamando che Israele aveva colpito l’Iran con i missili: questo ritornello risuonava a tutto volume ogni pochi minuti con un urgenza tale che sembrava giunta la fine del mondo. Ma se appena ci si spostava su altre emittenti nel mondo tutto risultava tranquillo e non c’era affatto un clima di agitazione e questo era segno che si stava assistendo all’allestimento di una commedia: in realtà l’attacco all’Iran era stato portato con piccoli droni facilmente abbattuti prima di raggiungere l’obiettivo.
Era chiaro chi si trovava di fronte ad un attacco propagandistico diretto prima al pubblico americano e poi a quello occidentale che si abbevera alle medesime fonti. Nel frattempo su alcuni canali Telegram apparivano video in diretta della base militare iraniana fuori Isfahan che avrebbe dovuto essere stata devastata dalla gragnuola di missili israeliani: tutto era calmo e non c’era alcun segno di rovine fumanti. Lo stesso non si può dire di Israele dove ai giornalisti è stato proibito l’accesso agli aeroporti colpiti dai missili iraniani.
La cosa notevole in tutti questo spettacoli che vengono allestiti per il controllo delle opinioni pubbliche e per cercare di salvare la deterrenza di Israele è che i reporter di Fox, Cnn e Msnbc hanno citato esclusivamente fonti militari israeliane che garantivano della riuscita dell’attacco. La cosa veramente notevole è che uno dei membri più estremisti del governo Natanyahu, Itamar Ben Givr , ha dichiarato che l’attacco è stato inutile e troppo debole, ma sembra che sia stato stato oggetto di accese critiche per non essersi allineato al copione approvato secondo cui Israele aveva lanciato un attacco di ritorsione importante, ma prudente, contro l’Iran. Infatti questo “attacco” a Teheran ha tutte le caratteristiche di un teatro politico e militare già programmato: Israele colpisce e l’Iran, il quale “per paura”, rifiuta di contrattaccare. La realtà è che l’Iran, probabilmente per volere della Russia e della Cina, ha accettato di non dare seguito alla sua precedente minaccia di lanciare un massiccio attacco di ritorsione se attaccato da Israele.
Tutto questo può essere tranquillamente considerato un altro inciampo della politica occidentale e dell’amministrazione Biden in particolare: Israele voleva calmare le acque politiche interne effettuando un “attacco” di lievissima entità ma che soddisfacesse la pressione per rispondere all’Iran che, da parte sua, si è accontentato di abbattere i piccoli quadricotteri inviati da Tel Aviv e di non essere costretto a colpire Israele con un contrattacco che avrebbe rischiato una grande guerra regionale, se non lo scoppio di un conflitto globale. E questa moderazione di Teheran in seguito a questo “attacco” gli ha fatto guadagnare una certa credibilità diplomatica tra i suoi vicini arabi e turchi.
In realtà ci troviamo di fronte a diverse rappresentazioni a cominciare da quella ucraina che non ha alcuna speranza di happy end dopo che per due anni il lieto fine era stato proclamato ogni giorno mentre chi aveva qualche dubbio anche all’interno dei meccanismi di potere è stato ostracizzato. Oggi si cercano altri centomila morti per chiudere la partita in maniera morbida e salvare la faccia degli imbecilli che hanno sbagliato tutto.
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