All’indomani della decisione della corte dell’Aja che apre un’inchiesta contro Israele per atti di genocidio ai danni del popolo palestinese arriva puntuale la ritorsione dei paesi Nato e filo israeliani che bloccano i finanziamenti all’agenzia Onu incaricata di assistere i rifugiati.

Chi nega i diritti umani non potrà essere annoverato tra i Giusti e i tra i difensori dei diritti civili e della democrazia.

Un concetto semplice e fin troppo banale ma utile a confutare quei luoghi comuni mediatici che descrivono Israele come la patria della libertà, della democrazia, la sede ideale dove vivere per le comunità gender e gay, un modello di democrazia da contrapporre alle teocrazie del Medio Oriente.

All’indomani della decisione della Corte dell’Aja di accogliere le istanze del Sudafrica aprendo una inchiesta sugli atti di genocidio commessi da Israele a Gaza, puntuale è stata la privazione dei fondi all’ Unrwa adducendo la motivazione che alcuni dipendenti della agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi sarebbero coinvolti negli attacchi del 7 Ottobre.

A Gaza si guarda con scetticismo all’operato della Corte per non avere incluso nella Risoluzione la fine dei bombardamenti; tuttavia, tutte le osservazioni presentate dal Sud Africa relativamente alla definizione di genocidio, sono state accolte respingendo la memoria difensiva di Israele.

La Corte ha respinto non solo il tentativo di Israele di minimizzare la gravità della situazione ma ha giustificato l’accusa di genocidio menzionando anche le dichiarazioni rese dal Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e dal presidente Isaac Herzog.

Immediatamente i finanziamenti sono stati sospesi da alcuni paesi Nato (Usa, Gran Bretagna, Canada, Australia, Finlandia, Olanda e ovviamente anche l’Italia).

Il Dipartimento di Stato americano si è detto “estremamente turbato” dalle accuse rivolte ad Israele e per questo, senza remore, ha “temporaneamente sospeso ulteriori finanziamenti all’Unrwa”.

L’agenzia Unrwa è stata fondata nel 1949 per “fornire assistenza e protezione ai rifugiati palestinesi, in attesa di una soluzione giusta e duratura per la loro difficile condizione”. Dalla Nakba del 1948 ad oggi i rifugiati palestinesi sono aumentati fino a raggiungere milioni di uomini e donne.

A scanso di equivoci non è la prima volta che gli Stati Uniti sospendono i finanziamenti all’agenzia delle Nazioni Unite, era accaduto nel 2018 sotto l’amministrazione Trump e solo tre anni dopo, nell’aprile 2021, sono ripresi i finanziamenti.

Siamo davanti a una ritorsione vera e propria, basti pensare che le dichiarazioni rilasciate dal Commissario Generale dell’Unrwa sono state incluse come prove contro Israele per aver “causato lo sfollamento di massa di una popolazione che è in uno stato continuo di instabilità”.

L’Unrwa infatti, scrive: “La situazione dei bambini a Gaza è particolarmente straziante, un’intera generazione di bambini è traumatizzata e serviranno anni per guarire” e riporta i dati forniti dal Ministero della Sanità di Gaza, 26.083 palestinesi uccisi, e 64.487 feriti nel genocidio in corso a Gaza dal 7 ottobre.

Interrompere i finanziamenti a Unrwa è una scelta deliberata giustificata dalla presunta presenza di uomini di Hamas tra i dipendenti dell’Agenzia.

Sarebbe come se davanti a un presunto reato da dimostrare in sede giudiziaria, commesso da un dipendente di qualche associazione, si sospendesse l’attività della associazione stessa. Stesso discorso potremmo fare per qualche dipendente delle agenzie delle Entrate o di un Ente locale accusato di corruzione; sarebbe logico e lecito sospendere i pagamenti degli stipendi a tutto il personale?

Esempi paradossali anche se il paradosso caratterizza l’intera vicenda e la decisione dei paesi filoisraeliani appare un atto ritorsivo e di pericolosa intromissione per delegittimare prima e guidare poi l’operato della commissione di inchiesta.

Qualora fosse dimostrato il coinvolgimento di qualche dipendente, perchè privare di fondi l’intera Agenzia? La risposta è semplice: l’Unrwa è una spina nel fianco di Israele e un oggettivo ostacolo alla soluzione finale contro il Popolo Palestinese.

Un perfetto tempismo all’insegna della ritorsione contro la Corte dell’Aja che intima a Israele di “prevenire il genocidio” ed assicurare aiuti e assistenza alla popolazione di Gaza.  Una risposta chirurgica al pari dei bombardamenti condotti con il ricorso alla Intelligenza artificiale, finalizzata a depotenziare la sola organizzazione umanitaria, l’Unrwa, in grado di distribuire aiuti a Gaza dopo mesi di fondi tagliati, nonché ad una campagna mediatica contro la presenza di giornalisti e osservatori nei territori palestinesi.

Su Unrwa si sono abbattuti tagli di risorse nonostante il milione e mezzo di persone da assistere, oltre 25 mila morti di cui circa 11.000 bambini, oltre 60 mila feriti, ospedali al collasso privati di energia e di rifornimenti sanitari.

16 anni di blocco militare, 56 anni di legge marziale, 5 guerre silenziose antecedenti al 7 ottobre con quasi 6 mila morti, l’arresto arbitrario e la detenzione con il fermo amministrativo di migliaia di palestinesi molti dei quali minorenni.

Un atto ulteriore che conferma la deliberata volontà occidentale di coprire il genocidio a Gaza trasformando uno strumento dell’Onu in una organizzazione fiancheggiatrice del terrorismo. Questa è la democrazia occidentale in barba ad ogni regola e diritto internazionale, oggi liquidato perché di ostacolo alla soluzione finale di Israele contro il popolo palestinese.

fonte:

Di BasNews

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la facilità d'uso. Se utilizzi il sito accetti l'utilizzo dei cookie.