Come ci si poteva aspettare, anzi come era stato già detto,  il vertice della Nato a Vilnius ha decretato che per entrare nella Nato l’Ucraina dovrà aspettare che si verifichino certe ” condizioni” non specificate e altrettanto misteriose “riforme” dunque  in  poche parole requisiti  indefiniti che rappresentano una campana a morte per il regime di Kiev. L’Alleanza a atlantica ha così ufficializzato la propria demenza senile: da una parte sa che non può affrontare  direttamente l’orso russo e preferisce agire attraverso la carne da cannone fornita dagli ucraini, dall’altra non vuole fare la figura di avere perso e dunque continuerà a fornire armi o almeno quelle che sono rimaste. Si potrebbe dire che ha ufficializzato la propria paura dopo aver maramaldeggiato  per oltre trent’anni in tutto il mondo, quando si trovava di fronte a Paesi deboli e poco armati. In alcuni casi è riuscita anche a perdere però ora si scopre debole con i forti, anche se cerca di digrignare i denti.

Difficile trovare un distillato di ipocrisia più puro di questo  perché in realtà il problema a questo punto non è tanto quello delle armi o delle informazioni via satellite,  ma quello degli uomini: l’Ucraina  ha spremuto  gran parte delle risorse umane disponibili, 100 mila uomini uccisi o feriti solo  tra l’assurda difesa di Artemovsk e la famosa controffensiva che si è infranta contro le difese russe, per non  parlare di altri 200 mila uomini persi in precedenza o i 300 che vengono sacrificati mediamente ogni giorno lungo l’intero fronte per combattimenti che hanno perso il carattere di guerra per diventare quasi guerriglia. Le truppe addestrate sono ormai in numero molto ridotto e persino le neo reclute afferrate con la forza per strada o addirittura con blitz nelle case si stanno esaurendo anche perché gli uomini validi se ne sono andati per tempo. Si tratta di vuoti che non possono essere compensati con i cosiddetti ” mercenari” che comunque hanno avuto perdite cospicue anche se tenute nascoste: non è un problema che si possa risolvere con qualche aereo  decisamente anzianotto.

In questo deprimente spettacolo di perdenti che si comportano come vincenti c’è anche segnalare il via libera dato dalla Turchia all’ingresso della Svezia nell’Alleanza in cambio dell’ingresso di Ankara nell’Ue che fra l’altro sarebbe un gravissimo danno per l’Italia. Non si capisce bene che senso abbia tutto questo visto che la Nato non ha bisogno della Svezia e nemmeno la Turchia dell’ Europa che tra l’altro coinvolge istituzioni diverse a meno che non si voglia ammettere che Nato e Ue sono le due facce della stessa medaglia. Probabilmente c’era la necessità di annunciare qualcosa per cancellare il senso di desolazione che regna attorno al vertice e gli Usa hanno esercitato un ricatto finanziario su Ankara per indurla a questa sceneggiata .

C’è invece da segnalare il grave errore commesso da Francia e Inghilterra che per abbaiare più forte degli altri e  far credere di essere dobermann e non chiwawa , hanno fatto una promessa sciocca e pericolosa agendo formalmente al di fuori della Nato e mettendo un altro peso sull’intima vigliaccheria atlantista : forniranno all’Ucraina missili da crociera a lungo raggio che possono colpire all’interno del territorio russo. Si tratta in realtà di un segnale di panico: una cosa è fornire segretamente armi più sofisticate all’Ucraina, un’altra annunciarlo urbi et orbi come a compensare l’atmosfera di indecisione, imbarazzo e paura del  vertice che probabilmente era pensato come coronamento della riuscita dell’offensiva e si trova a gestire invece un’ennesima sconfitta. Queste cose sono sempre avvenute nei conflitti dove erano implicate le grandi potenze: in Vietnam come  in Afghanistan al tempo dell’Unione Sovietica, tuttavia sia  gli americani che i russi hanno tranquillamente accettato di convivere con quelle azioni senza rischiare l’escalation in un conflitto diretto. Hanno continuato ad avere normali contatti diplomatici e hanno negoziato accordi sul controllo degli armamenti nonostante le guerre  per procura.  Francia e Regno Unito hanno  lanciato invece una provocazione aperta che, se attuata, rappresenta un attacco diretto alla Russia cosa  che giustifica una risposta altrettanto severa:   Putin ei membri della sua squadra di sicurezza nazionale hanno segnalato chiaramente che la cosa provocherà dure reazioni.

Quale essa possa essere non è difficile immaginarlo: come prima cosa  la distruzione dei droni spia americani e la rete Starlink di Musk che forniscono informazioni agli ucraino o meglio ai comandi Nato in Ucraina. e poi i russi sanno benissimo come rispondere alla Francia paralizzando il suo sistema di difesa.  Ciò significa che stiamo entrando in una fase molto pericolosa di questa guerra perché la frenetica disperazione dell’Occidente  sta portando a intrattenere operazioni militari che susciteranno ritorsioni dirette . Del resto già ieri c’è stato il massiccio attacco missilistico sugli impianti portuali di Odessa dove si nascondo attrezzature militari: si tratta  della prima risposta russa alle azioni sconsiderate di Erdogan e che prelude alla fine dell’accordo sul grano. Alla fine qualcuno a bordo di un canotto potrebbe far saltare gli oleodotti turchi che passano sotto il Mar nero. Solo un filo sottile ci separa dalla guerra nucleare.

Fonte:

Di BasNews

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