di Americo Mascarucci

I decreti del governo con cui è stato prorogato lo stato d’emergenza sanitaria e sono state introdotte le misure anti covid con le restrizioni a carico dei soggetti non vaccinati e non in possesso del super green pass, sono state oggetto di una denuncia all’autorità giudiziaria. L’iniziativa è del Partito Libertario che nei giorni scorsi ha depositato l’atto di citazione con ricorso d’urgenza al Tribunale di Roma contro il Presidente del Consiglio, il Consiglio dei Ministri e il Ministro della Salute per fare dichiarare l’illiceità costituzionale, e sotto il profilo del diritto europeo, della dichiarazione dello stato di emergenza, del green pass rafforzato e dell’obbligo vaccinale.
Hanno proposto l’azione numerosi cittadini, tra i quali tutti i dirigenti del Partito Libertario, nonché l’Associazione di tutela dei diritti del cittadino “Diritto e Mercato”, presieduta dall’Avv. Fabio Massimo Nicosia, presidente altresì del Partito Libertario.
L’atto è stato predisposto dall’Avv. Nicosia insieme ai difensori Francesco Giunta e Salvatore Ceraulo, a loro volta dirigenti del Partito Libertario.
Abbiamo intervistato in proposito l’avvocato Francesco Giunta.

Avvocato, ci può spiegare da dove nasce questa iniziativa?

“Il Partito Libertario, di cui faccio parte, promuove iniziative politiche ad ampio raggio, ma purtroppo da qualche tempo a questa parte ci siamo trovati costretti a concentrare la nostra attenzione su quella che ritieniamo essere la principale emergenza del nostro Paese; ovvero un grave arretramento culturale e civile rappresentato dalla promulgazioni di leggi che riteniamo assolutamente nulle sotto il profilo giuridico, che stanno di fatto discriminando una minoranza della popolazione”.

Voi contestate la legalità dello stato d’emergenza, del grenn pass e dell’obbligo vaccinale. Ma non sarebbe stato molto più logico rivolgersi alla Corte Costituzionale invece che ad un Tribunale?

“No, perché non siamo in presenza soltanto di violazioni alla nostra Costituzione. Un orientamento giurisprudenziale ribadito dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, stabilisce che quando le violazioni riguardano anche il diritto dell’Unione europea, si può evitare l’elevazione della questione di costituzionalità, al fine di fare dichiarare immediatamente illegali gli atti impugnati. In questo caso siamo in presenza di un fatto molto più grave della violazione costituzionale, ovvero la perdita della capacità giuridica che lo Stato sta togliendo al cittadino”.

In che senso?

“Chiariamo subito che qui non si tratta di essere favorevoli o contrari ai vaccini, noi rifiutiamo l’etichettatura di no vax. Noi abbiamo una minoranza di cittadini che è discriminata sulla base di un principio inconcepibile in una qualsiasi democrazia, ovvero l’utilizzo del proprio corpo da parte dello Stato. Il corpo è del singolo individuo, non dello Stato, e l’individuo deve essere libero di scegliere come curarsi, iniettandosi il vaccino se pensa sia utile, o rifiutandolo se ritiene sia dannoso per lui. Se il nostro corpo diventa proprietà dello Stato o della collettività e noi perdiamo il diritto di decidere su noi stessi, non siamo più in democrazia ma in dittatura”.

Però potrei obiettarle che la libera scelta dell’individuo non deve mettere in pericolo la salute degli altri

“E dove sta scritto che chi non si vaccina mette in pericolo gli altri? Dove sono le evidenze scientifiche? Il dramma è proprio questo, che si stanno limitando i diritti dei cittadini, si sta privando l’individuo della propria capacità giuridica sulla base di una posizione meramente ideologica che non poggia su alcun reale fondamento scientifico. Non c’è alcuna evidenza circa il fatto che un non vaccinato contribuisca a diffondere il virus più del vaccinato”.

Non vi sembra di esagerare? Voi nell’atto di citazione usate termini molto duri, arrivando addirittura a parlare di “crimini contro l’umanità”. Forse è una parola grossa, non crede?

“Ci siamo soltanto richiamati all’art. 7 dello Statuto della Corte Penale Internazionale, che condanna la intenzionale e grave privazione dei diritti fondamentali in violazione del diritto internazionale, per ragioni connesse all’identità del gruppo o della collettività. Contro i non vaccinati c’è una discriminazione di carattere collettivo. Riteniamo che l’articolo 7 fotografi alla perfezione quello che sta accadendo nel nostro Paese nei confronti della minoranza non vaccinata, con quella che riteniamo essere una vera e propria persecuzione da parte dei vertici istituzionali e dei mass-media filo-governativi. Con parte della popolazione esclusa dalla vita sociale, limitata negli spostamenti, discriminata sul luogo di lavoro, soltanto per aver esercitato una libera scelta. Il tutto al prezzo di assurdi paradossi. Si impedisce a chi non è vaccinato e non ha il super green pass di poter svolgere diverse attività o di usufruire dei mezzi di trasporto sostenendo che il tampone non è sicuro, mentre in altre situazioni il tampone è richiesto addirittura a chi è vaccinato. Non solo, il fatto che per accedere ai luoghi di lavoro occorra il green pass base ottenibile anche con il tampone, ha creato delle discriminazioni legate al censo, fra chi benestante può permettersi di pagarsi i tamponi ogni 48 ore , e chi invece è costretto a cedere a quello che è un vero e proprio “ricatto di Stato’. Se vuoi riavere i tuoi diritti devi vaccinarti. Tutto questo è inaccettabile”.

In sostanza che risultati sperate di ottenere?

“In primo luogo puntiamo ad ottenere l’illegalità di tutti gli atti da noi impugnati e la loro nullità, e di conseguenza l’ applicazione dell’istituto dei danni punitivi. Questo vuol dire che alla funzione risarcitoria, tipica della sanzione per illecito civile, chiediamo di sovrapporre anche una funzione punitiva tipica della sanzione penale che possa fare da deterrente a tutela dell’ordine legale. Ovviamente questi risultati arriveranno al termine di un pronunciamento di merito, ma noi nel frattempo presenteremo un ricorso cautelare chiedendo l’immediata sospensione dei provvedimenti impugnati, in attesa della discussione nel merito che potrebbe avere tempi lunghi”.

Ma quante probabilità di riuscita pensate di avere?

“Siamo ottimisti, ancora di più dopo la sentenza del Tar del 15 gennaio scorso, che ha annullato la nota ministeriale di Speranza con la quale, in merito alla gestione domiciliare dei pazienti affetti da covid, imponeva una vigilante attesa e la somministrazione di Fans e Paracetamolo. La sentenza stabilisce che quella circolare si pone in conflitto con l’attività professionale demandata al medico nei termini indicati dalla scienza e dalla deontologia professionale. Una sentenza storica per due motivi. In primo luogo perché di fatto smonta la narrazione sulle terapie intensive sature. Se ai medici di base fosse stato permesso di intervenire immediatamente nei primi giorni della malattia prescrivendo i farmaci ritenuti più idonei a contrastare il virus, probabilmente tante situazioni non si sarebbero aggravate, come è invece avvenuto restando in vigile attesa, e tanti pazienti non sarebbero finiti in ospedale. Il rapporto di fiducia e il consenso  fra medico e paziente è stato fortemente viziato dall’obbligo di rispettare il protocollo ministeriale stabilendo l’impossibilità di ricorrere a cure alternative ai vaccini. Capisce bene che se tutto questo oggi è stato annullato dal Tar, i medici potranno prescrivere liberamente le terapie, e nel momento in cui ci saranno cure alternative non sussisterà più alcun motivo per imporre l’obbligo vaccinale. E poiché le cure fino ad oggi sono state deliberatamente vietate, anche tutti i provvedimenti adottati per obbligare le persone, direttamente o indirettamente a vaccinarsi in base al presupposto che non ci fossero alternative, risulteranno ancora di più palesemente illegali”.

Fonte:

Di BasNews

Un pensiero su “Parla l’avvocato Giunta: “Perché abbiamo citato Draghi e il governo in Tribunale””

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la facilità d'uso. Se utilizzi il sito accetti l'utilizzo dei cookie.