La sanità lucana affronta una situazione grave e delicata. I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono sul piede di guerra. Con i medici del 118 e con gli specialisti ambulatoriali hanno infatti proclamato lo stato di agitazione. Il tempo passa ma i problemi rimangono sempre gli stessi. Anzi, aumentano. La cronica carenza dei medici e delle risorse finanziarie sono ormai due dati di fatto. A ciò si aggiunga l’eccessiva burocrazia. Una situazione che si ripercuote sull’assistenza in favore dei cittadini, costretti, tra le altre cose, ad attendere mesi, se non anni, prima di essere sottoposti ad esami e visite diagnostiche.

A causa della carenza di medici, molte nostre comunità rimangono prive del proprio punto di riferimento sanitario. Un’errata programmazione e una scarsa attenzione sulla carenza di medici e personale sanitario hanno di fatto alimentato da un lato il fenomeno dell’emigrazione sanitaria e dall’altro il ricorso alle strutture private.

È paradossale che il sedicente “governo regionale del cambiamento” continui a far finta di nulla e a non porre rimedio rispetto alla mancanza dei medici di base, senza immaginare soluzioni e prospettive nuove per la Basilicata alle prese con uno sconfortante spopolamento dei nostri borghi, che si sta trasformando altresì in uno spopolamento professionale e, in questo caso, medico. Ecco perché servono interventi mirati. A ciò si aggiunga l’incredibile lassismo della Giunta regionale in merito ai presidi ospedalieri. Sono quasi tre anni che chiedo che venga aperto un nuovo corso per il Pod di Venosa “San Francesco”, nonostante gli impegni presi anche con l’approvazione all’unanimità di una mozione in Consiglio regionale. Nell’ospedale di Venosa il reparto Covid, ad emergenza sanitaria quasi superata del tutto così come annunciato dall’Oms, viene impiegato su tre turni del personale, senza – per fortuna – che vi siano pazienti. La lungo-degenza, invece, è incredibilmente chiusa. Contraddizioni che si aggiungono ad un contesto attuale molto preoccupante per il quale la Giunta Bardi sembra del tutto disinteressata.

L’articolo 3 della Costituzione sancisce che tutti hanno pari dignità sociale e che ogni persona è uguale per lo Stato, senza distinzione alcuna. E anche per la salute vale lo stesso. Ad ogni persona presente sul territorio nazionale lo Stato garantisce il diritto alla salute. L’autonomia differenziata, purtroppo, temo che andrà ad aumentare ulteriormente le disuguaglianze in tema di salute. Disparità che già esistono tra le regioni del Sud e quelle del Nord del nostro paese. Il colpo di grazia finale sta per essere sferrato.

Gianni LEGGIERI

Consigliere Regionale M5S

Di BasNews

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la facilità d'uso. Se utilizzi il sito accetti l'utilizzo dei cookie.