Prigozhin morendo sull’aereo che lo avrebbe dovuto portare a San Pietroburgo ha fatto l’ultimo favore all’occidente,  appannando  la vera notizia del giorno che potrebbe essere anche quella del secolo, ossia l’ingresso nei Brics di alcuni importantissimi Paesi come l’Egitto, l’Iran,  l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi e anche l’Argentina, mentre un’altra ventina di Paesi si sono canditati per entrare. Si tratta di una vera rivoluzione perché già senza questi nuovi attori che si sono aggiunti al vertice di Johannesburg, il Pil corretto per parità di potere di acquisto dei Brics superava quello dei Paesi del G7 guidate  dagli Stati Uniti. Si tratta perciò di un cambiamento epocale  destinato a cambiare tutti i rapporti planetari. Tra l’altro durante i lavori si è saputo che gli scambi commerciali tra i membri di questo club del Sud del Mondo che sta sempre più diventando diventando il Nord dell’economia reale, la quota in dollari è diminuita di un terzo.

Credo che la massima parte delle persone non si rendano conto di cosa tutto questo significhi per la vita di ognuno: con i Brics che presto rappresenteranno la parte del leone nell’economia, nella capacità produttiva e nelle risorse fisiche del pianeta, dove andrà a finire l’Occidente? Gli Stati Uniti e l’Ue hanno un deficit commerciale che ammonta a circa un trilione di dollari all’anno. Fino ad oggi, questo deficit è stato coperto dal debito sovrano, costringendo i partner commerciali ad acquistare strumenti di debito emessi dagli Stati Uniti e dall’UE. Ma dal momento che il dollaro statunitense (e il suo cugino povero,  l’euro), non è più necessario per il commercio internazionale, come verrà finanziato il deficit commerciale? In assenza di un commercio estero finanziato dal debito, sia gli Stati Uniti che l’UE, insieme agli stati e ai Paesi che li compongono, collasseranno rapidamente sia economicamente che politicamente. ci prima o poi accadrà e basta vedere quale sia la politica nei Paesi occidentali, ormai priva di qualsiasi bussola e preda di idiozie a getto continuo che stanno accelerando la rovina per rendersi conto che ormai ci troviamo di fronte a un animale ferito che usa le unghie al posto della testa. E infatti nel breve termine il compito che spetta ai Brics è organizzare una transizione graduale fino a un punto in cui sia gli Stati Uniti che l’UE siano diventati troppo deboli per causare danni significativi. Forse questo sarà l’argomento principale di discussione al prossimo vertice , che si terrà nella bellissima e moderna città di Kazan, nella Federazione Russa, nell’ottobre del prossimo anno.

Un’altra cosa importante da capire e che i Brics non hanno intenzione di sostituire il dollaro con un’altra moneta riproducendo perciò la stessa logica della valuta americana, ma di creare un’unita nozionale neutrale che non sia influenzata dai tassi di cambio, i quali sono peraltro soggetti a manipolazione politica: la caratteristica fondamentale di tale unità figurativa che la distingue dal dollaro statunitense è che non può essere né prestata né presa in prestito. È semplicemente un meccanismo di prezzo e di attribuzione di valore. Ovviamente gran parte della discussione sulla stampa occidentale non tocca nemmeno questi argomenti ma si concentra invece sulla questione di quale potrebbe essere la nuova unità, alias moneta, di riserva: quasi cinque secoli di imperialismo hanno condizionato gli occidentali a pensare che ci debba essere sempre un capo e dunque una moneta dominante. Che  poi diventa  -come è successo prima per il doblone, poi per la sterlina e infine per il dollaro – il vero fondamento dell’imperialismo, una volta esaurita la spinta economica reale in un  processo storico che porta alla finanziarizzazione nella quale siamo immersi come atto finale dell’imperialismo occidentale.  In questa logica si pensa che la Cina sarà il nuovo capofila ignorando il fatto che essa non ha alcun interesse ad assumere alcun tipo di ruolo imperiale che anzi rifugge con tutta se stessa.

Per la trasformazione ci vorrà ancora tempo mentre qualcuno farà rullare a ciclo continuo  i tamburi di guerra nella speranza che essi scaccino i demoni del declino, ma il processo è ormai avviato e non potrà essere fermato: però mi preme dire che tra le ovvie conseguenze di tutto questo ci sarà il ritorno alle monete nazionali. E in fondo è proprio questo che i media mainstream vogliono esorcizzare quando pensano stupidamente alla sostituzione della moneta di riserva. Non ci dobbiamo stupire: ieri quando si trattava di coprire l’espansione del Brics,  il can can sulla morte di Prigozhin è stato tale come se morto Napoleone e non  un ex delinquente che era riuscito a strappare un contratto per la fornitura di derrate alimentari all’esercito arricchendosi smisuratamente e che era stato scelto dal Gru, il servizio segreto militare russo, per fare il capo della Wagner, posto dal quale lo stessi Gru lo ha licenziato in maniera molto brusca per essersi dimostrato un pazzo irresponsabile che stava trasferendo in Africa i suoi deliri. Spesso si cerca di nascondere la storia con la cronaca.

Fonte:

Di BasNews

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