di Americo Mascarucci

A leggere le cronache sembrava che in Argentina alle elezioni presidenziali dovesse registrarsi una disfatta del fronte peronista, in favore di una svolta ultraliberista.

Ma dalle urne è invece arrivata una risposta molto diversa. I peronisti, guidati dall’attuale ministro dell’Economia Sergio Massa hanno ottenuto il 36,68% dei consensi, contro il principale sfidante, espressione del fronte liberista Javier Milei che si è invece fermato al 29,98%. Ora si renderà necessario un ballottaggio fra i due, visto che nessuno è riuscito a raggiungere il quorum previsto per ottenere l’elezione al primo turno, ma sta di fatto che il tanto annunciato sorpasso non c’è stato. Forse ci sarà al secondo turno se come sembra i conservatori rimasti fuori dai giochi appoggeranno Milei, ma per il momento le previsioni della vigilia sono state smentite.

La sconfitta dei peronisti era data per certa alla luce dei dati economici del Paese che sono a dir poco drammatici. L’inflazione ha toccato il 138 per cento su base annua e 4 persone su 10 vivono sotto la soglia di povertà. Massa è stato ministro dell’Economia negli ultimi 14 mesi senza riuscire minimamente ad invertire la rotta. E allora, come è possibile che almeno al primo turno abbia vinto? Davvero gli argentini sono così masochisti dal continuare a dare fiducia a chi li sta riducendo praticamente in mutande?

La spiegazione più logica sta nella ricetta offerta dall’avversario. Milei propone infatti l’uscita dalla moneta nazionale e l’ingresso nel dollaro, oltre che lo smantellamento della banca centrale argentina che è considerata la principale responsabile dei problemi finanziari del Paese: in una sola parola, la perdita della sovranità nazionale per entrare nel circuito della globalizzazione, nell’illusione che liberalizzare il mercato sia la soluzione ad ogni crisi economica. Il tutto ovviamente accompagnato da un consistente taglio della spesa pubblica che, proprio nei regimi ultraliberisti, ha fatto rima con riduzione dei servizi e dei diritti sociali. Per quanto la gente possa essere esasperata per le condizioni disastrose del Paese, non è certo svendendo la sovranità e diventando schiavi del dollaro che si può pensare di far star bene il popolo, superando le disuguaglianze sociali.

«Il peronismo è l’unico spazio che offre la possibilità che i più poveri tra noi possano avere i beni di prima necessità a portata di mano», ha detto all’agenzia di stampa Reuters il muratore Carlos Gutierrez, 61 anni, come riporta Open, ed è forse proprio in queste considerazioni che è racchiuso il senso del perché tanti argentini hanno preferito rinnovare la fiducia al governo uscente nonostante il suo fallimento.

Ora vedremo chi la spunterà al ballottaggio, ma intanto gli argentini. come sostengono gli analisti, non hanno grande scelta; o un salto nel buio con Milei, oppure provare a fidarsi di un Massa che finora non ha prodotto risultati ma che ha tagliato le tasse ad una buona fetta di cittadini, spuntando in parte le armi alla propaganda del suo avversario.

E’ evidente come il modello social-populista dei peronisti abbia fallito, ma è davvero il liberismo l’unica alternativa per rimettere in piedi l’economia e far ripartire l’Argentina?

Fonte:

Di BasNews

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la facilità d'uso. Se utilizzi il sito accetti l'utilizzo dei cookie.