di Americo Mascarucci

Quattro regioni a guida Pd, precisamente Emilia Romagna, Toscana, Campania e Puglia, non hanno firmato l’intesa sul commissariamento dell’emergenza migranti disposto dal governo, e che ha portato alla nomina in veste di commissario straordinario del prefetto Valerio Valenti.

Il commissario si occuperà di coordinare le attività volte all’ampliamento della capacità del sistema di accoglienza, con particolare riferimento agli hotspot e ai centri previsti dal Sistema di accoglienza e integrazione, coinvolgendo i territori interessati, e a coordinare l’attività per l’accoglienza dei migranti in strutture provvisorie, nelle quali siano assicurate loro tutte le necessità, dal vitto all’alloggio fino all’assistenza linguistica. Valenti inoltre dovrà assicurare un servizio continuativo di trasporto marittimo e aereo, dagli hotspot ai territori dove saranno individuati i centri e le strutture, con l’individuazione anche dei vettori incaricati di garantire il miglior servizio.

Non avendo recepito l’ordinanza con cui il governo attraverso la Protezione Civile nomina il commissario e ne decreta i poteri, le quattro regioni a guida Pd in pratica si sono chiamate fuori dal dispositivo, e quindi non saranno di fatto obbligate a rispettare le disposizioni commissariali.

Ma come, proprio il Pd che accusa il governo di non avere a cuore le sorti dei migranti, che li lascia morire in mare, che li abbandona al proprio destino, che non è in grado di garantire l’accoglienza, poi rifiuta di aderire ad un protocollo che ha come obiettivo proprio il miglioramento e il potenziamento del sistema dell’accoglienza, chiamando le regioni a fare la loro parte e a dare il proprio contributo? A pensar male si fa peccato, ma non sarà che i governatori in questo modo, dietro il paravento ideologico dell’opposizione al governo, si sono costruiti il pretesto per non dover accogliere i migranti e quindi doverli poi gestire, senza derogare al loro essere pro immigrazione e professionisti dell’umanità?

Si chiama “disobbedienza dei legalitari” e stiamo parlando della pessima abitudine che ormai da tempo viene praticata da amministratori e movimenti della sinistra, che si richiamano costantemente al rispetto della Costituzione, ma poi sono i primi a disobbedire quando le leggi non viaggiano secondo il loro orientamento ideologico.

Di esempi ne abbiamo avuti diversi negli ultimi tempi, e il rifiuto di accettare il commissariamento è soltanto l’ultimo di una serie di atti di disobbedienza messi in atto da amministratori di centrosinistra sulla base di meri preconcetti ideologici. Nelle settimane scorse analogo copione era andato in scena con la questione della trascrizione all’anagrafe delle adozioni gay.

Il Viminale, sulla base di un pronunciamento della Cassazione, ha vietato ai sindaci di procedere alla trascrizione automatica dei figli delle coppie omogenitoriali, ribadendo che l’adozione può essere riconosciuta soltanto da un giudice attraverso l’istituto dell’adozione in casi particolari. Quindi non è legale registrare come figlio di una coppia gay un bambino avuto all’estero con il ricorso all’utero in affitto o ad altre tecniche procreativie per giunta considerate reati in Italia. Diversi sindaci del Pd si sono ribellati, e come forma di protesta hanno annunciato che avrebbero continuato a trascrivere le adozioni, pur consapevoli che dette trascrizioni non sono in grado di produrre nessun effetto concreto sul piano giuridico. Una posizione meramente ideologica, portata avanti al solo scopo di avere il consenso e l’applauso, oltre che naturalmente i voti, delle lobby Lgbt.

La segretaria del Pd Elly Schlein è scesa in piazza a Milano insieme alle famiglie arcobaleno per protestare contro il prefetto della città, reo di aver costretto il sindaco Giuseppe Sala ad interrompere le registrazioni, come detto sulla base di un pronunciamento della Cassazione che riconosce come prive di validità ed efficacia le trascrizioni automatiche all’anagrafe.

Legittimo che il Pd e gli altri partiti della sinistra si battano in Parlamento per cambiare la normativa, ma finché la legge resta questa, l’utero in affitto rimane un reato e le famiglie arcobaleno che vogliono veder riconosciuto il loro diritto di adottare devono rivolgersi ai tribunali e ricorrere all’adozione in casi speciali. E i sindaci, in qualità di pubblici ufficiali, sono chiamati a rispettare comunque le normative anche se ideologicamente possono non condividerle. Non possono rendersi invece complici di scorciatoie o forzature utili soltanto a scopi propagandistici.

Perché poi se un cittadino evade le tasse per lui ingiuste ed insostenibili, questa forma di disobbedienza non vale e il contribuente viene perseguito e costretto a pagare? Perché se è legittimo disobbedire al divieto di trascrivere le adozioni gay, poi questo stesso diritto alla disobbedienza non dovrebbe essere riconosciuto anche per protestare contro altre normative considerate vessatorie o ideologicamente sbagliate?

Ma non è tutto. I militanti di Ultima Generazione, ovvero quei “simpatici” ragazzi che per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi climatica danneggiano monumenti, opere d’arte, sedi istituzionali commettendo specifici reati contemplati dal codice penale, hanno ammesso candidamente che non pagheranno le multe che lo Stato gli impone per i loro atti vandalici. E perché? Perché loro stanno compiendo una disobbedienza civile, stanno portando avanti con gesti estremi una denuncia contro uno Stato che a loro dire non farebbe nulla per risolvere la crisi del clima, perché ritengono di combattere una battaglia di civiltà, di stare dalla parte giusta, del bene, di chi lotta per un mondo e un futuro green, quindi  ideologicamente migliore, più bello e più pulito per tutti. Si tratta dell’ultima declinazione del gretismo, che qualcuno ha giustamente definito “cretinismo”, e che naturalmente trova consensi a sinistra; dove ipocritamente tutti sembrano concordi nel sostenere che deturpare i monumenti è sbagliato, ma poi sono pronti a giustificare le ragioni della protesta.

Un esempio lo si è avuto a Firenze, dove il sindaco Dario Nardella si è fatto riprendere in un video in cui apparentemente sembra venire alle mani con gli ecologisti che imbrattano la facciata di Palazzo Vecchio mettendosi al lavoro per rimuovere prontamente la vernice; ma poi subito dopo “assolve” i responsabili dell’azione vandalica dicendo loro che sbagliano nelle forme, ma che in fondo le ragioni della protesta sono sostanzialmente giuste.

E vedremo ora se la giustizia andrà fino in fondo, ovvero li obbligherà a pagare, oppure tutto resterà soltanto sulla carta. Tanto ormai il sistema mediatico ha contribuito a dare cittadinanza agli eco vandali, invitati nelle trasmissioni tv a spiegare le loro ragioni e ad annunciare che continueranno le loro proteste (ovvero a commettere reati contro il patrimonio) fino a quando non saranno ascoltati dalle istituzioni. Trovando esponenti politici e giornalisti pronti a fare i pedagoghi, a rimproverare ma non a condannare, perché in fondo i governi se ne fregano della salute del pianeta e quindi se si è arrivati a tanto è anche perché c’è bisogno di farsi ascoltare, sensibilizzare, svegliare le coscienze.

Fra una settimana sarà il 25 aprile e come da tradizione ascolteremo la sinistra elogiare la Costituzione nata dalla Resistenza e dalla lotta anti-fascista. Peccato poi che quella stessa Costituzione che stabilisce come vengono formate le leggi in Italia e quali sono i diritti e i doveri dei cittadini, venga calpestata proprio da chi si fa costantemente garante della sua applicazione. Ma se la Costituzione stabilisce che è il Parlamento a dover approvare le leggi, perché poi i sindaci le leggi se le fanno per conto loro persino contro i pronunciamenti stessi della magistratura?

Ma soprattutto, quanto è ancora sostenibile la narrazione di una destra razzista e xenofoba e di una sinistra umanitaria e solidale, di fronte ad un atto di ribellione come quello dei governatori dem contro il commissariamento della politica migratoria disposto dall’esecutivo? O i commissariamenti sono buoni e giusti soltanto quando li fanno i governi di sinistra come avvenuto con la pandemia? Ma non era il Pd fino ad una settimana fa a denunciare la carenza dei centri di accoglienza, il sovraffollamento degli hotspot e le condizioni disumane in cui venivano tenuti i migranti? Adesso che si corre ai ripari proprio per mettere mano a questa situazione, si rifiuta il commissariamento perché a decretarlo è un governo di destra?

I professionisti della Costituzione, quelli modello Roberto Benigni che vanno in tv a decantarla e a tacciare di fascismo chiunque osi parlare di revisione (sempre se chi lo fa è di destra perché quando tentò di farlo Renzi il comico toscano non aprì bocca) sono dunque i primi a farne carta straccia quando non torna loro utile, in un mix di parodistica disobbedienza pannellian-gandiana e di opportunismo politico. L’opportunismo di chi vede in ogni situazione un’occasione da sfruttare per ampliare la base del consenso: che si tratti di famiglie arcobaleno, Ong o eco devastatori alla fine ha poco importanza.

Fonte:

Di BasNews

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la facilità d'uso. Se utilizzi il sito accetti l'utilizzo dei cookie.