“In un mercato che vola alto, la Basilicata si eclissa. E anche per questo anno ancora un’assenza grave del Sistema Bio della Basilicata dal SANA di Bologna, che come è noto è la più grande fiera del biologico in Italia  che parte oggi 7 settembre fino al 10.

Occorre rifinanziare e integrare il programma triennale per la partecipazione alle fiere agroalimentari.

Si spegne anche questa luce che nel passato anche recente ci ha fatto conoscere e apprezzare quale regione top per i prodotti bio da mettere sul mercato, non come solo fornitore di materia prima che consente di fare fortuna ad altri. Una Regione dal grande controsenso: dopo aver approvato anche la nostra legge regionale per la dieta mediterranea e i prodotti agroalimentari lucani,  dimentica le occasioni propizie dove valorizzare e fare promozione proprio di degli stili di vita e alimentari sostenibili.”

Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva – Renew Europe

“Assente l’istituzione Regione Basilicata  a Bologna – prosegue il consigliere Braia – assente il nostro sistema delle imprese che andrebbero, piuttosto, stimolate,  coinvolte, guidate e accompagnate. Ci consola poco sapere che manca anche il Molise al Sana. La Basilicata è tra le prime 5 regioni d’Italia  per ettari destinati alle produzione biologiche, circa 150.000. Siamo tra le regioni che investono maggiormente in Italia in sostenibilità delle produzioni agricole, con circa 20 milioni di euro annui assegnati a migliaia di aziende che producono in biologico, dai cereali all’olivo, dall’ortofrutta ai prodotti di zootecnia e caseari, sino alle erbe officinali. 

Solo l’11 luglio scorso, con una delle sue prime dichiarazioni, da assessore al ramo, Alessandro Galella, da poco nominato alla guida del dipartimento Agricoltura, annunciava i risultati rivenienti dalle politiche messe in campo nel passato. La Basilicata ha raggiunto in anticipo il target sulla strategia europea del 25% delle produzioni sostenibili “Farm to fork” (dal produttore al consumatore) previsto per il 2030. Sono solo sei le regioni italiane – Basilicata, Calabria, Lazio, Marche, Sicilia e Toscana – che hanno superato il traguardo imposto dalla strategia Farm to Fork con quattro anni di anticipo, oltre all’orgoglio bisogna programmare di conseguenza. Più di un ettaro su 4 del suolo lucano, pari al 25,8% della superficie agricola utilizzabile (SAU) è infatti biologico, cioè coltivato con metodi naturali, sostenibili e senza il ricorso a prodotti chimici inquinanti. Giusto qualche anno fa eravamo tra le prime tre regioni, dati facilmente verificabili dai vari rapporti annuali del Sinab.

Abbiamo investito tante risorse nell’agricoltura biologica, abbiamo tanti ettari di territorio destinati, abbiamo aziende coinvolte non solo nella produzione ma anche nella trasformazione, nonostante tutto questo e i risultati sempre positivi, nonostante tutto, bisognerebbe essere lungimiranti e, soprattutto, conseguenziali nell’azione politica e provare almeno a presiedere istituzionalmente e con iniziative dedicate le più importanti fiere di settore. Dove la Basilicata è riconosciuta eccellenza, come in questo caso. 

Invece – conclude Luca Braia – sia il predecessore Fanelli che Galella perseguono un’altra strada e, mentre al SANA vdi Bologna ci saranno oltre 600 ?￰ンリタ?￰ンラᄐ?￰ンラᄊ?￰ンラᄐ?￰ンラᄊ e migliaia di prodotti e marchi provenienti da oltre ?￰ン゚ᆲ ?￰ンラᆴ?￰ンリタ? ?￰ンラᄊ?￰ンラᄇ?￰ンリタ? e da 19 regioni d’Italia, la nostra Basilicata dell’agro-alimentare si trova la decisione di non esserci presa dall’alto e non si comprende perché.”

Di BasNews

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