di Angela De Nicola

NB Radio incontra Roberto Maggi: Con lui ci interroghiamo sulle dinamiche della scrittura contemporanea a partire da una personale esperienza di lavoro e di composizione della pagina scritta.

Roberto, è autore della silloge poetica “Scene da un interno” uscita nel 2020 per Terra d’Ulivi Edizioni, nonché dell’affascinante ed originale raccolta di racconti intitolata “Suites di fine anno” di Florestano Edizioni (2019) che ho avuto il piacere di recensire in due diverse occasioni. L’autore è stato insignito, nel corso della sua carriera, di numerosi premi in tutta Italia, recensito da molteplici riviste e oggetto di osservazione di numerosi critici letterari.

Appassionato di musica e fotografia oltre che di carta e penna, la sua è un’opera che emerge particolarmente per una tendenza al non allineamento specifico con nessuna corrente letteraria o artistica che anima attualmente l’Italia o l’Europa (ammesso che oggi ce ne sia davvero una che la faccia da padrone).

Probabilmente leggere Roberto Maggi sia in prosa che in poesia significa davvero – e parlo anzitutto per esperienza personale – godersi per intero la bellezza del viaggio della consistenza della parola, magari assaporando le pagine di queste sue prose o poesie accompagnati da un degno sottofondo musicale come quello di musicisti del calibro di Leonard Cohen, Pink Floyd, David Sylvian, King Crimson, Peter Gabriel, Frank Zappa, I Doors, cui lo scrittore si allinea profondamente e dichiaratamente, professandosene estimatore. Il progetto generale di questo artista ed esteta della scrittura pare dunque quasi quello di un ambizioso connubio di sintassi e note sul pentagramma della scrittura che se da un lato tiene il lettore “a battesimo” tramite la forza di idee, concetti e divagazioni sulla scia della eco narrativa tipica del flusso di coscienza, (quello alla Virginia Wolf o alla Joyce per intenderci) fenomeno ampiamente presente nei racconti “Suites di Fine Anno”, dall’altro lato finisce con il dichiarare l’amore assoluto per la poesia da cui del resto cronologicamente ed emotivamente la sua stessa storia artistica nasce. Cosicché in Maggi poesia e prosa si fondono spesso insieme, caratterizzandosi spesso espressamente non solo come atto liberatorio, uscita dalle prigioni del quotidiano, ma anche come acuta osservazione di ciò che il pensiero umano è oggi, sfociando in una vera e propria fotografia dell’esistenza, in un vero e proprio studio dei particolari della vita umana ma anche in un tentativo di fuga e di rinascita attraverso tutto ciò che non è né stereotipo, né claustrofobia, né ansia, né nausea e né apparenza, cifre così tipiche dei tempi odierni. Ascoltiamo insieme l’intervista.

ASCOLTA L’INTERVISTA…

Di BasNews

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