Dopo il fermo  della Thunberg in Germania durante la protesta contro l’allargamento di una miniera di carbone non credo si possa essere ancora così gretini da non capire come i temi ecologici  costituiscano un mero pretesto del potere per simulare un’ennesima emergenza destinata a fare da viatico a un nuovo e inedito degrado politico – sociale. Il fatto stesso che le vere emergenze ambientali purtroppo molte, drammatiche ed empiricamente accertabili siano completamente trascurate e anzi aggravate  in nome di una assurda lotta alla Co2, frutto di vecchie teorie e continue manipolazioni di dati, la dice lunga sul fatto che il catastrofismo climatico è costruito  attorno alle distopie reazionarie dei grandi gruppi e della grande finanza. Questo nuovo stato di eccezione è stato costruito alla stessa maniera dell’antica crociata dei fanciulli: si è puntato tutto su un’adolescente svedese con qualche problema di autismo incitata a dovere prima dai genitori ricchi, famosi e politicamente corretti e poi dal sistema mediatico e politico al fine di rafforzare l’effetto simbolico e archetipico delle campagne pseudo ambientali. Il “pompaggio” iniziale di Greta, la sua ascesa al soglio di Cassandra temporanea,  è stata soprattutto opera della Merkel, che ha ricevuto più volte la ragazzina, dando credito alla sua ingenuità e lanciandola nel pianeta hellzapoppin della narrazione climatica anche per incrementare il voto verde in Germania che poi si è scoperto essere anche quello più a favore della guerra e dei piani criminali della Nato. .

Ma Greta Thungerg va bene solo quando fa ciò che le si chiede, quando partecipa alle sceneggiate ecologiche recitando il copione, ma se va a dimostrare davanti al  sito di una miniera di carbone da ampliare a tempo di record per rimediare alle follie belliche degli ambientalisti tedeschi, allora viene fermata. E’ stato un errore di sceneggiatura dovuto a qualche poliziotto ormai aduso alla violenza contro qualsiasi  dissidenza o invece il  fermo è stato voluto per far capire agli attori principali della commedia climatica che non si può recitare a soggetto? Che chi ha acceso i riflettori può anche spegnerli? O ancora si è trattato di ravvivare con il fermo una figura ormai appannata?  E difficile dirlo, ma forse non c’è miglior esempio  di questa vicenda per  decostruire la narrazione climatico – catastrofica perché tutti gli elementi principali vengono confutati: non solo viene fermata, sia pure per poco  il simbolo vivente del fasullo ecologismo padronale, la santa vergine della Co2, ma viene anche cancellata  ogni illusione di net zero: le tecnologie delle rinnovabili, ancorché in termini teorici coprano il 50 per cento della produzione tedesca di elettricità, non sono in grado di sostituire nel mondo reale la produzione di energia affidabile, basata sui combustibili fossili, E per la voluta scarsità di gas dovuta al suicidio ordinato da Washington, ci si aggrappa anche ai materiali più inquinanti, rivelando tutta la pretestuosità dell’agenda climatica e in ogni caso la sua dipendenza da altri fattori.

Volendo fare un elenco  dei problemi posti dalle rinnovabili ci si accorge ben presto che forme di produzione di energia ideali su piccola scala  per sostenere i fabbisogni di singole abitazioni o al massimo di palazzi, diventano un problema enorme se vengono gestite a grande scala come vere e proprie centrali:  immediatamente le loro pecche vengono alla luce. mostrando che se in linea teorica possano produrre abbastanza potenza, non significa che lo possano fare in termini concreti. Il problema che tutti conoscono è quello della dipendenza dal tempo meteorologico e dalla rotazione terrestre e questo rimanda alla incapacità di costruire efficaci sistemi di compensazione e distribuzione semplicemente perché non ci sono  tecnologie che consentono un efficace stoccaggio dell’energia su grande scala. Quelli che esistono – essenzialmente le varie forme di accumulatori al litio – probabilmente esaurirebbero i materiali facilmente estraibili, portando a costi proibitivi e un forte degrado ambientale dovuto sia all’estrazione sia al riciclaggio degli elementi a fine vita, che richiede filiere specializzate e grandi quantità di energia con relativa emissione di Co2. Senza nemmeno parlare di tutti i problemi tecnici di distribuzione come quello della frequenza costante in mancanza della quale molti sistemi elettrici salterebbero: è evidente che il Net zero è solo un ballon d’essai per vedere quanta parte della popolazione si riesce a ipnotizzare e a condurre sulla strada della narrazione di potere. Il fermo di Greta declassata da santa, a rompicoglioni nel giro di un istante e la nuova conversione a carbone voluta da un governo che si regge sulla mitologia climatica del Wef dovrebbe aprire gli occhi di tutti. Ammesso che ancora li abbiano.

Fonte:

Di BasNews

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