di Fabio Torriero

“Il piano italiano per contenere i consumi è imposto da Bruxelles che agisce agli ordini di Washington”. A tale asserzione si può rispondere in tanti modi, tutti legittimi.

Per una volta però, le varie verità potrebbero coincidere. Mosca ha detto una cosa scontata. Non è un attacco all’Italia, né un’ingerenza nella campagna elettorale, o una violazione della nostra indipendenza nazionale, come infantilmente e pretestuosamente hanno detto da destra a sinistra.

L’Italia è a sovranità limitata dal secondo dopoguerra. Non è una novità. Ogni volta che ha alzato la testa, è stata schiacciata. Ne sanno qualcosa gli Andreotti, i Mattei, i Craxi, fino ad arrivare al governo gialloverde. Guai a scompaginare la geopolitica atlantista e gli “interessi occidentali”.

E’ un dato assoluto che abbiamo ceduto lembi della nostra sovranità a Bruxelles e che la Ue, malgrado momenti conflittuali, sia sotto il cappello Usa. Anche la guerra in Ucraina è la conferma di tale assetto, di tale pensiero unico.
Basta chiedersi chi ci guadagna realmente, chi ci rimette con le sanzioni, chi non si muove, dimostrando un’elefantiasi inquietante e complice.

Non solo le nostre finanziarie, le nostre politiche, le scelte dei governi sono eterodirette da Bruxelles, ma noi come popolo e nazione questa condizione di sudditanza l’abbiamo sottoscritta, voluta, accettata da decenni, e solo in minima parte subìta.
Ci indigniamo, quindi, per una verità putiniana, diventata un luogo comune?

Ciò che non deve accadere è che fingiamo di nasconderlo. Il ministro Cingolani ad esempio, ha replicato dicendo che noi “non prendiamo ordini da nessuno. L’Italia è un paese libero, democratico e collabora con la Ue”. Siamo all’eufemismo e al paradosso.
Noi gli ordini li prendiamo, li accettiamo e siamo anche contenti.

Infine, un’ulteriore annotazione. L’attacco russo sarebbe l’espressione di “una mentalità totalitaria”. Ma la gestione del Covid, i nostri lockdown, il piano agrodolce per contenere i consumi energetici dello stesso ministro, con la comunicazione ideologica, valida per ogni costrizione dall’alto (“gli italiani faranno sacrifici per una giusta causa”), non sono un codice totalitario? Che non ammette repliche, opposizioni?

Con una differenza, i regimi dittatoriali espliciti creano una reazione fisica; i sistemi democratici, nei momenti emergenziali, manipolano le coscienze, e condizionano i cervelli, con la psicosi di massa. Al punto che i cittadini eseguono gli ordini pensando di essere liberi.
Da salutisti ad ecologisti a risparmiatori dell’energia, torneremo felici e contenti alla dimensione pre-industriale.
Solo per non contestare sanzioni sbagliate con effetti a senso unico.

Fonte:

Di BasNews

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