Mi chiedo sinceramente cosa sappiano di quella che viene chiamata “scienza” coloro che l’hanno privata del dubbio metodico, ovvero della sua natura, per metterla sugli altari dei riti sacrificali della medicina. Oggi tratteremo un capitolo di questa nuova religione e del modo con cui vengono esclusi gli studi apocrifi, ovvero quelli che non tengono conto che il dio padre di tale culto è il denaro. Come dovremmo sapere, ma è difficile sapere visto che questa realtà viene trattata come “disinformazione” da tutti coloro che hanno guadagnato e ancora guadagnano sui vaccini, i casi di cancro, oltretutto particolarmente aggressivo, metastatico e dunque più facilmente mortale, sono aumentati in maniera tragica a partire dal 2021 ovvero dall’inizio della sierizzazione di massa,  particolarmente nelle persone sotto i 45 anni.

Tanto per riportare alcuni numeri britannici dove un comitato di matematici e statistici ha studiato la questione avendo a disposizione per legge i dati pubblici, la situazione – poi riproposta in un libro –   è questa:

  • Aumento del 28% dei tassi fatali di cancro al seno nelle donne.
  • Aumento dei decessi per cancro al pancreas dell’80% nelle donne e del 60% negli uomini.
  • Aumento del 55% dei decessi per cancro al colon negli uomini e del 41% nelle donne.
  • Aumento del 120% dei melanomi mortali negli uomini e del 35% nelle donne.
  • Aumento del 35% delle morti per tumore al cervello negli uomini e del 12% nelle donne.
  • Aumento del 60% dei decessi per cancro negli uomini dovuti a tumori “non localizzati” e un aumento del 55% nelle donne.

Questo è un fatto: il turbo cancro provoca più morti. A cosa sia dovuto tale fenomeno dovrebbe essere tema di analisi e di studio e di certo una parte di colpa va al collasso dei sistemi sanitari che hanno rinviato le cure necessarie in caso di tumore. Ma a quanto pare la scienza è libera solo finché non scopre nulla che contraddica gli interessi economici: ecco perché uno studio dell’ottobre 2021 sul cancro e sulla vaccinazione contro il Covid è scomparso misteriosamente con metodi che ricordano l’inquisizione. L’articolo  riguardava il potenziale dei vaccini Covid di provocare il cancro, ma non si poteva permettere che i risultati fossero pubblici e la censura è stata applicata in violazione di qualunque etica accademica e di qualunque buona pratica scientifica. La giornalista Rebekah Barnett, che ha rivelato lo scandalo, spiega che esso coinvolge l’Università di Stoccolma, il rinomato editore scientifico MDPI e un alto funzionario del National Institutes for Health (Nih) americano, quello dominato da Fauci per intenderci.

La storia inizia nell’ottobre del 2021 quando un importante articolo scientifico venne pubblicato sulla rivista peer-reviewed MDPI Viruses evidenziando che la proteina spike – che i sieri genici fanno produrre alle cellule umane spesso in maniera incontrollata, molto più vasta e duratura del previsto – interferisce in maniera negativa con i fattori di riparazione dei danni al Dna, favorendo perciò l’insorgere di mutazioni di tipo tumorale. Lo studio, successivamente confermato da altre ricerche, attirò  l’attenzione diffusa a causa delle sue implicazioni sui tumori derivanti dall’esposizione ripetuta a  vaccinazioni Covid. Ma la scoperta era assai pericolosa per la reputazione dei sieri a mRna e così ci furono fortissime pressioni e minacce perché il lavoro intitolato “SARS-CoV-2 Spike Impairs DNA Damage Repair and Inhibits V(D)J Recombination In Vitro” prodotto dalla dottoressa Hui Jiang dell’Università di Stoccolma e dalla dottoressa Ya-Fang Mei dell’Università di Umeå, venisse ritirato. Da un fitto scambio di email, viene fuori che sia l’Università di Stoccolma, sia lo stesso editore, pretesero su insistenza anche del Nih, che la ricerca venisse ritrattata e di fronte alle esitazioni, anzi al rifiuto degli autori, decisero di ritirare lo studio senza il loro consenso, cosa che costituisce una violazione dì tutte le regole dell’ambiente scientifico. Per evitare il licenziamento le due ricercatrici alla fine hanno accettato di ritrattare, ma ora che altri studi hanno analizzato gli stessi problemi e sono giunti a risultati simili , hanno deciso di rendere pubblico il loro caso che certamente non è isolato.

Ora per chi non ha idea di come si svolge la ricerca questa storia potrà apparire marginale, ma in realtà rende fin troppo chiaro quale sia la situazione nella ricerca medica che ormai è ostaggio delle multinazionali farmaceutiche così come lo sono gli editori che pubblicano gli articoli, gli atenei, i media e infine le burocrazie di controllo che non svolgono più alcuna attività scientifica e si limitano a prendere la “propina” per il loro assenso a qualunque cosa.

fonte:

Di BasNews

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