Il tempo stringe, la riunione della Nato a Vilnius in programma per l’11 e il 12 luglio rischia di trasformarsi in un nido di vipere e di mettere in imbarazzo  Usa e Gran Bretagna, ovvero il padrone e il suo cane da passeggio geopolitico, sulla continuazione del sostegno massiccio all’Ucraina, senza che questa abbia dimostrato di poter effettivamente cacciare i russi. Finora circa 200 miliardi di armi sono andati in fumo , la Russia ha distrutto in un anno tre intere linee di armamento ( a parte quello arrivato sul mercato nero e riemerso finora con certezza in Messico e in Francia) ed è avanzata lentamente, ma inesorabilmente. Certo i media cantano come le cicale dando una versione della realtà totalmente artefatta  e fabbricata dai servizi, ma in mancanza di segni tangibili questa ridicola versione comincia a girare a vuoto diventando sempre meno convincente. La Nato aveva sperato di arrivare al vertice di Vilnius con in mano almeno qualcosa da spacciare come vittoria e – a incisivo esempio dell’incompetenza anche militare che esprime – sperava davvero che la famosa controffensiva ucraina riuscisse quanto meno a fornire lo spunto per poter narrare un qualche successo. Ma le cose sono andate molto peggio del previsto perché le truppe ucraine sono state decimate e hanno perso un’enormità di mezzi, dunque una disfatta in piena regola, anzi in una debacle storica.

In queste condizioni il vertice Nato ha bisogno di un successo subito e far saltare in aria la centrale nucleare di Zaporozhye è un modo per cambiare radicalmente la narrazione, anche se è un atto di disperazione criminale. La centrale è la più grande installazione nucleare civile d’Europa e la ricaduta radioattiva di un attacco missilistico  sulla centrale esporrebbe  vaste aree dell’Europa, inclusa la Russia, a una forte contaminazione. Naturalmente il piano originario era quello di dare la colpa alla Russia anche se questo è totalmente assurdo visto che la centrale è in mano russa da ormai un anno. Da allora, la centrale elettrica è stata regolarmente colpita dal regime di Kiev utilizzando razzi forniti dagli Stati Uniti e dalla Nato. Mosca ha presentato prove categoriche di frammenti di missili  occidentali recuperati da attacchi aerei sui bacini di raffreddamento dell’impianto. Il cane da guardia nucleare delle Nazioni Unite, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha visitato lo ZNPP più volte e sa sicuramente da dove vengono lanciati i missili, ma l’AIEA è decisamente riluttante a identificare pubblicamente gli autori. Almeno però ha dichiarato che la centrale non è stata né minata né ospita  esplosivi. Questo oltre alle prove satellitari è un bell’intoppo al piano ucraino di attribuire la colpa alla Russia. E’ pur vero che l’informazione occidentale di fronte alla distruzione dell’accademia dell’esercito a Leopoli  nella foto di apertutura) dove sono morti 800 soldati  e sono stati distrutti notevoli quantitativi di armi, compresi i challenger britannici, ha detto che si tratta di un “condominio”.  e che anche per quanto riguarda la diga di Kakhovka fatta saltare il mese scorso dal regime nazista di Kiev i media occidentali hanno immediatamente incolpato e continuano ad incolpare la Russia per quel sabotaggio, anche se Mosca aveva avvertito per mesi il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che il regime di Kiev stava progettando di colpire l’invaso  peraltro controllato dalle  forze russe.  Ma di fronte a un possibile armageddon che potrebbe coinvolgere l’intera Europa i criminali che hanno concepito questa operazione potrebbero non farla franca così a buon mercato, così come i loro complici nell’informazione.

D’altro canto non si vede quale azione  di successo possa portare l’Ucraina entro pochi giorni  in un momento in cui i russi stanno lentamente avanzando in molti tratti del fronte. D’altra parte molte delle armi fornite dall’occidente per questa offensiva di Kiev sono state perse e alcuni reparti adesso si rifiutano di attaccare ed essere massacrati: insomma ci si trova di fronte a una realtà complessa dalla quale però è quasi impossibile tirare fuori un coniglio dal cilindro. Forse potrebbero riprendere qualche villaggio  attorno ad Artemovsk, ma di certo non potrebbe essere fatto passare come grande vittoria  Ecco perché l’idea di investire la centrale di Zaporozhye è ancora in campo.

Il regime neo-nazista di Kiev, incredibilmente corrotto, cerca disperatamente di mantenere il racket della guerra a tutti i costi, così come l’industria occidentale delle armi e i suoi politici comprati e pagati mentre la Nato  cerca di nascondere la propria debacle; non è Putin quello disperato. Sono gli Stati Uniti e i suoi satrapi europei che sono come i topi in un angolo. Se questi desperados fanno saltare in aria la centrale di Zaporozhye, ciò equivarrebbe all’esplosione di una bomba sporca  sganciata sulla Russia e si arriverebbe al conflitto diretto.

Fonte:

Di BasNews

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