VIDEO AVAILABLE: CONTACT: INFO@COVERMG.COM TO RECEIVE These images show Ukraine’s President Volodymyr Zelensky visiting the liberated city of Kherson on Monday morning (14November2022). Ukrainian troops entered the city to joyous scenes on Friday after Russian troops pulled back across the Dnipro river, south towards Crimea. They had occupied the city since the early days of their invasion in February and Russian President Vladimir Putin had named Kherson as one of four partially occupied Ukrainian regions that would be annexed and become part of Russia at the end of September. However, just over a month later his troops withdrew from Kherson, a key strategic city near the mouth of the Dnipro. During the visit, Zelensky was greeted with cheers of ‘Slava Ukraini’ (Glory to Ukraine!) and joked that he had come to the city to get watermelon - the foodstuff the Kherson region is famous for. Video footage also shows him singing the Ukrainian national anthem. -PICTURED: General View (Ukraine`s President Zelensky Visits Liberated City Of Kherson) -LOCATION: Kherson Ukraine -DATE: 14 Nov 2022 -CREDIT: Office of the President of Ukraine/Cover Images/INSTARimages.com (Kherson - 2022-11-14, Office of the President of Ukraine/Cover Images/INSTARimages.com / ipa-agency.net) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

di Francesco Tallarico

Se l’Italia si attesta sulla linea militarista e filoatlantista, resta da vedere cosa stanno facendo in questo momento le altre potenze. Nello scenario internazionale, si colgono attualmente segnali contraddittori. Ad esempio, Usa e Francia, a seguito del bilaterale dei presidenti Biden e Macron, hanno lanciato una conferenza per la pace tra Russia e Ucraina a Parigi il 13 dicembre prossimo. Poi, però, la Von der Leyen ha proposto l’istituzione di un tribunale specializzato sui crimini di guerra russi in Ucraina, irritando non poco Mosca.

Mentre la diplomazia internazionale si agita, con prese di posizione alterne e contraddittorie, si profila all’orizzonte una nuova crisi nel silenzio generale dei media occidentali. Si tratta del conflitto che coinvolge le milizie curde, i militari statunitensi, turchi, siriani e russi nel nord della Siria. Se la crisi esplode, potrebbe avere ripercussioni molto più pesanti della stessa guerra in Ucraina.

Questi i fatti. Dopo l’attentato che ha insanguinato Istanbul, i turchi hanno immediatamente puntato il dito contro i curdi appoggiati dagli Usa nel nord della Siria. Quindi, hanno cominciato a bombardare le postazioni curde nella suddetta area minacciando un’invasione di terra. Gli Usa che sostengono i curdi siriani contro il governo di Bashar al Assad e che hanno realizzato basi militari nel nord della Siria, hanno intimato alla Turchia di desistere dal suo intento di invadere il nord della Siria. I curdi siriani, però, non si sono sentiti abbastanza tutelati dai nordamericani e hanno invocato contro i turchi l’aiuto dei militari russi di stanza in Siria. Anche la Russia ha chiesto perciò alla Turchia di evitare un’invasione di terra, che possa alterare i già fragili equilibri nell’area. Di fronte all’ostinazione dei turchi, i militari russi sono entrati in azione. Come riportato dal sito russo Avia.pro, colonne militari russe si stanno radunando verso il confine turco siriano. Ufficialmente, la parte russa non ha commentato la possibilità di fornire supporto ai curdi siriani, in relazione all’attacco turco. Tuttavia, un convoglio di almeno tre camion militari, uno dei quali trainava un obice da campo, è stato filmato nei pressi di Tel Rifat, che si trova a soli 15 chilometri dal confine turco. La Russia è categoricamente contraria a qualsiasi escalation in Siria, ma la Turchia rifiuta di ascoltare Mosca. Sarà da vedere se seguiranno sviluppi in merito all’incandescente situazione curdo siriana.

Fonte:

Di BasNews

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