Riaccendere l’anima donandole speranza e nuovi “colori” è possibile

“Una poesia dalla russia”, edizioni Nuova Phromos, è l’ultimo capolavoro letterario di Michele Libutti, medico e scrittore di Rionero in Vulture.

Il libro si incentra su venti racconti, ognuno dei quali è caratterizzato da “sfumature” mai banali, mai scontate ma originali, avvincenti, fuori dal comune.

Infatti, Michele Libutti è un autore controcorrente, divergente, sa raccontare la sua percezione del mondo senza omologarsi o “aggrapparsi” ad alcun tipo di schema prefissato o abitudine ” di massa”. Narra scorrevolmente la vita, nella sua totalità, tramite una visione straordinariamente vera, autentica: non si prende in giro e non prende in giro i lettori. Infatti, la sua narrazione resta spesso aderente alla realtà conservandone il suo fascino.

La spontaneità di espressione, l’assenza di costrizione e la simpatica franchezza che traspare dai suoi scritti e dal suo stile narrativo sono commoventi, scatenano in chi legge un’emotività sempre costruttiva. Un’emotività sempre tendente ad aprire spunti di riflessione mirati a raggiungere qualcosa che superi un certo grado di normalità e, quindi, di trascendentale. La vita stessa, per Michele Libutti, è trascendentale.

Ogni singolo racconto racchiuso nel libro “Una poesia dalla Russia” nasconde un senso profondo, un input per guardare “oltre”, un insegnamento intrinseco nell’affascinante mistero di ogni personaggio.

Viene rivelata, in alcuni racconti, con molta nitidezza ed immensa delicatezza, la delusione relativa ad un mondo non sempre mite e affabile. A tal proposito, l’autore tenta di far avvicinare alcuni personaggi agli animali -sicuramente migliori degli uomini- come nel caso di Marcello ne “Il patto”.

L’ironia, sinonimo di grande intelligenza e di tendenza a voler esorcizzare gli aspetti crudi della vita, non manca in questo libro. Ed è una prerogativa che rende la lettura piacevole, mai noiosa, mai soporifera.

Il finale di “Un mancato filosofo”, racconto che si focalizza su un incontro casuale (ma accattivante) tra un uomo e una donna che si ritrovano dopo un po’ di tempo, esprime la bellezza a 360°. Sì, la bellezza di riuscire a sorridere ampiamente, di riflesso agli aneddoti a volte curiosi ma al contempo coinvolgenti a livello emotivo che la vita ci riserva.

Anche la trasmissione di stati d’animo come la tristezza, non può mancare in un libro encomiabile e degno di grande attenzione.

Leggere alcuni racconti di Michele Libutti è come guardare un tramonto da soli: la veduta è meravigliosa, respiriamo lentamente, salutiamo il cielo, osserviamo i colori caldi, accogliamo l’intensità della natura, della potenza impareggiabile di tale incanto, ma vorremmo qualcuno accanto.

Ne “Il vento di Lulù”, una ragazza semplice, di una bontà immensa, dal nomignolo “viso pallido” con due occhioni blu e con un cappellino cilindrico dai poteri “magici” è sempre pronta ad aiutare tutti, tanti amici sono orgogliosi della sua costante presenza. Dopo aver oltrepassato una dimensione altrettanto “fatata” come il suo cappellino, Lulù sorprende e coinvolge il lettore catapultandolo in una dimensione immaginifica ma reale: un connubio perfetto!

Infatti la ragazza continuerà a parlare ai suoi amici tramite il vento. Nulla finisce, tutto si trasforma. Tutto continua…senza sosta!

In molti racconti viene esplicitata la voglia di giustizia, la voglia di “verità” in un universo sempre più finto, sempre più patinato. Ma la speranza non muore, è sempre presente. La speranza è un altro stato d’animo costante nei libri di Michele Libutti, che scatena la LUCE nel cuore e la sua implacabile grandezza.

Anche le buone azioni e la nobiltà d’animo di un farmacista che dona attimi di pianto e incredulità al suo cliente, esorcizzano e ricontestualizzano le brutture di un’esistenza che, in fondo, non è poi così tanto malvagia!
Ci sono l’amore e il sogno, l’onirico, a donare infinita bellezza all’ANIMA, fino alla fine dei tempi. Tutto questo non manca mai negli scritti di Michele Libutti, tutto questo salva e salverà sempre dalle intemperie della vita così come la poesia, “Una poesia dalla russia”.

Non voglio svelare in nessun particolare questa meravigliosa poesia e auguro a tutti di leggerla per poter “viaggiare” in una dimensione diversa da quella terrena, innalzarsi per qualche attimo e “tornare” a “casa” rinvigoriti, riempiti di qualcosa che va oltre il pragmatismo, oltre la superficie e poter cogliere e accogliere ciò che nessuno di noi può comprare: l’EMOZIONE.

Carmen Piccirillo

Di BasNews

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