Sondare la mentalità americana, ma ormai occidentale in genere, è davvero un compito arduo perché sempre più spesso ci si trova di fronte a una confusione totale fra realtà e desiderio, menzogna e fede subliminale, ostinazione e incredulità. Niente potrebbe illustrare questo miscuglio meglio della vicenda yemenita. Dopo quasi due mesi di bombardamenti senza sosta gli americani sono costretti per la terza volta a ritirare la flotta, senza aver ottenuto alcun sostanziale successo contro le postazioni degli Houti che continuano a prendere di mira le navi da e per Israele: le loro postazioni missilistiche rimangono intatte, mentre la rabbia americana si è, come al solito, sfogata sui civili. Gli Usa hanno preso un bel po’ di batoste perché hanno perso un buon numero di droni sofisticati, almeno una ventina e tre caccia imbarcati su portaerei. Come se questo non bastasse la flotta inviata per “liberare” il Mar Rosso ha esaurito missili e munizioni e rischia così di rimanere indifesa: le navi perciò si sono dovute allontanare dopo aver sprecato centinaia di milioni di dollari – ma forse siamo vicini al miliardo – in missili e bombe. Quanto meno dovranno passare settimane a rifornirsi, ammesso, ma assolutamente non concesso, che le basi di Creta o del Bahrein abbiano scorte sufficienti.

Così Trump che aveva sperato di poter piegare l’avversario semplicemente aumentando l’impegno militare, è stato costretto a coprire la ritirata mettendo in piedi in fretta e furia un accordo con gli Houti per un cessate il fuoco: gli Usa fermano i bombardamenti e ottengono una sorta di salvacondotto, ma solo per le navi che battono bandiera a stelle e strisce, mentre le altre che vanno e vengono da Israele sono ancora sotto il mirino dei missili dello Yemen. Tuttavia questa sconfitta senza se e senza ma, è stata presentata come una grande vittoria: “Semplicemente non vogliono combattere” ha detto Trump. “E noi onoreremo questo accordo e fermeremo i bombardamenti. Hanno capitolato, ma soprattutto, ci fideremo della loro parola. Dicono che non faranno più saltare in aria le navi”. C’è da non crederci, quelli che praticamente scappano dicono che gli altri non vogliono combattere: siamo alla farsa, peraltro resa palese dal fatto che il ritiro delle navi era cominciato già prima dell’accordo raggiunto affannosamente da Witkoff.

Questa sorta di fuga da parte di quella che passa per essere la maggiore potenza militare del pianeta, contro il Paese considerato il più povero del mondo, dovrebbe lasciare senza fiato i responsabili militari della Nato che invece si danno da fare per minimizzare e guardare dall’altra parte o addirittura gonfiare il petto di orgoglio. Anche gli abitanti di questo sub continente che si chiama Europa – geograficamente una penisola dell’Eurasia e politicamente un’estensione degli Usa – dovrebbero cominciare a riflettere attentamente su questi eventi e sulla assurdità del neo bellicismo di Bruxelles, che – certo – è un pretesto per distribuire soldi all’industria bellica e compensare almeno in minima parte i disastri che la classe dirigente ha provocato all’industria con le proprie assurdità, ma che rischia di provocare davvero un conflitto generalizzato.

I cittadini dovrebbero anche essere informati del fatto che il programma Sentinel, ovvero la realizzazione di un nuovo missile intercontinentale americano che dovrebbe sostituire i vetusti Minuteman III degli anni ’70, molti dei quali probabilmente nemmeno riuscirebbero a partire, è andato incontro ad una catastrofe sia finanziaria che tecnologica con la sospensione di tutte le attività a tempo indeterminato. Ciò segna ormai una palese inferiorità in un pilastro fondamentale della triade nucleare rispetto a Russia e Cina che invece stanno attivamente rinnovando i propri arsenali e sfornando anche armi di concezione innovativa. Forse, se la popolazione fosse adeguatamente informata, sarebbe più cauta nel dare il proprio assenso, sia pure minoritario, ai guerrafondai. Se sapessero, per esempio, che al salone dell’aviazione tenutosi in India, gli americani avevano portato l’F35 – che vogliono a tutti i costi vendere a Nuova Dehli – perché si esibisse e desse spettacolo delle sue capacità, ma quando hanno saputo che i russi avrebbero fatto la stessa con il Su57, aereo di gran lunga superiore, hanno chiuso baracca e burattini, annullando ogni manifestazione che avrebbe reso palpabile la differenza. Quelli che cercano lo scontro globale con Mosca presumendo di vincerlo, sono avvisati.

fonte:

Di basnews

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