di Redazione

Amministrare un Comune, significa, dovrebbe significare, anzi, essenzialmente programmare con un po’ di senso del bene comune gli interventi, e, nel contempo, nei limiti di quanto prevede la legislazione, sostenere e incentivare l’economia di una comunità. L’assenza della politica, però, risultante della decadenza che investe tutti gli ambiti della società del nostro Paese, di fatto affida, senza esercitare nessuna azione di indirizzo e verifica (il ruolo fondamentale della politica) purtroppo, gestione e scelte, in relazione a quanto detto prima, a Funzionari e Responsabili dei Servizi. I quali, specie se non del luogo, anche se, sia chiaro, nel rispetto della legislazione vigente e delle loro prerogative, non hanno un minimo di attenzione nei riguardi delle economie locali, che, quantomeno, in relazione agli incarichi professionali e alle imprese per lavori sotto soglia, dovrebbero essere sostenute. Questo è quanto accade anche Rionero. L’amministrazione uscente, ha avviato, spesso anche non per propri meriti, molti lavori pubblici, che, però, risultano bloccati, od anche iniziati e non ancora conclusi. Si pensi alla piscina comunale, chiusa dal 2017, i cui lavori di adeguamento impiantistico risultano conclusi, ma mai collaudati; anzi, dopo circa 3 anni si è rivelata la necessità di impermeabilizzarne la copertura, senza mai aver fatto una ricognizione degli ambienti per comprenderne lo stato di fatto. Peraltro, cosa ancor più grave, il Palazzetto dello Sport, necessita di una progettazione complessiva che riguardi anche il recupero degli spazi esterni, e, tutto questo, dovrebbe, anzi avrebbe dovuto essere affrontato attraverso un “project financing”, grazie a cui, un soggetto privato realizza un progetto di pubblica utilità allo scopo di gestire l’opera, accollandosi le spese di realizzazione: il Comune, in tal modo, non si sarebbe indebitato. Scelte, evidentemente, fatte non solo dalla politica, o meglio, sostenute dalle strutture tecniche esistenti nell’Ente, e non certo per sostenere lo sviluppo della comunità. Si pensi ancora alla ricostruzione della scuola elementare M. Preziuso, chiusa dopo il crollo di una parete nel 2016: i lavori di realizzazione di un nuovo plesso, sono ancora bloccati, la demolizione del fabbricato procede a rilento. Anche riguardo all’adeguamento strutturale delle altre scuole, i lavori risultano da troppo tempo in avanzata fase, ma mai conclusi. Si sono perse le tracce della realizzazione del sito per la raccolta dei rifiuti ingombranti, il cui progetto esecutivo esiste da molto tempo, che dovrebbe essere realizzato con un finanziamento di circa €.600.000. Riguardo all’illuminazione pubblica e alle strade, ed anche a Palazzo Ciasca, risulta necessario una trattazione apposita, per argomentare in maniera esauriente le questioni. Leggendo e analizzando Delibere e Determine, poi, si evidenzia un lato oscuro e molto grave relativo a questa Amministrazione: la mancanza assoluta di controllo politico. In pratica, la quasi totalità dei lavori sotto soglia (con importi fino a €.40,000, e da €.40,000 fino a €.150,000, questi ultimi tramite inviti) quelli che possono essere affidati in maniera diretta, vengono commissionati a figure professionali e ad imprese non locali, che come detto prima, visto il particolare periodo, dovrebbero essere sostenute, invece. Nello specifico, solo alcuni esempi: collaborazione tecnica ricostruzione scuola elementare; illuminazione architetturale Piazza G. Fortunato (su cui bisognerebbe approfondire anche le scelte progettuali fatte: vedi il lato “oscuro-variopinto” del prospetto che affaccia su Piazza Fortunato, che doveva essere arredato, come gli altri, con luci a pavimento e sotto gronda); incarico tecnico edificio crollato Via Roma; alcuni interventi relativi a lavori effettuati al Palazzetto dello Sport: da sottolineare, che, per lavori con importo fino a €.150.000 vi è l’obbligo di invitare 3 imprese, ed anche in tal caso, quelle locali sono quasi sempre discriminate. Vi sono poi anche alcuni incarichi diretti per manutenzione di impianti: nessuna rotazione, sempre i medesimi nomi, chiaramente non locali. L’elenco per ragioni di spazio, termina qui. Non termina, però, il disappunto verso la mancanza totale di azioni politiche e di controllo dell’Amministrazione comunale, che dovrebbe, con un minimo di senso del bene comune, lo si sottolinea ancora, fare gli interessi della comunità; rilevando, altresì, da tempo anche l’assenza di un’opposizione degna di nota, il cui ruolo, essenzialmente, lo si ricordi, deve essere quello di effettuare costanti controlli e verifiche: solo questo, senza pretendere grandi azioni strategiche. Anzi, per tali motivazioni, questa, come quelle succedutesi da almeno 20 anni a questa parte, tutte della stessa area politica, la sinistra, o presunta tale, con una sola eccezione (tutto sommato positiva) non può essere considerata un’amministrazione (è solo un dato di fatto matematico) lo è stata però, ed è necessario rimarcarlo, in maniera dannosa verso la comunità che l’ha eletta. In ultimo (sperando che quel ventennio di cui innanzi, si chiuda definitivamente) delegare (da parte di chi offre il proprio voto) e poi non controllare, è uno dei mali politico-sociali di questi tempi; la sola speranza che si può riporre verso il futuro, credo, sia rappresentata da una presa di coscienza da parte della società civile, di tutti noi, in quanto amministrare la cosa pubblica, richiede, oltreché efficacia e competenze, partecipazione e senso del bene comune: neanche tanto, ne basta un minimo!

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