Viviamo mei tempi di una menzogna globale e probabilmente se ne rendono contro anche quelli che accettano di fare della loro vita un Truman show e se ne sentono persino rassicurati, ma questo non significa che in passato non si cercasse di dipingere scenari del tutto inesistenti che poi a forza di essere ripetuti divengono realtà consolidata e indiscutibile ancorché falsa. Per esempio attingendo al mio vizio per la storia, non è la prima volta che ci troviamo di fronte a una sindrome Ucraina, nel senso che già in passato gli Usa hanno gravemente provocato la Russia (allora Urss) la quale ha risposto facendo indietreggiare Washington. Tuttavia questa esperienza che suggerisce di non provocare oltre il limite l’orso russo. non è stata di alcun aiuto o di monito per le amministrazioni americane che hanno creato pressoché dal nulla la guerra: la narrazione che si è imposta è stata di segno completamente opposto alla realtà e sebbene ormai la verità sia perfettamente conosciuta, è invece la mendace narrazione ad essersi fissata nelle menti.
La vicenda precedente è quella che va sotto il nome di Crisi di Cuba: la leggenda narra che siano stati i malvagi sovietici a inviare a Cuba i loro missili e che la coraggiosa amministrazione americana, retta allora da Kennedy, riuscì contemporaneamente ad evitare la guerra e a costringere Mosca a ritirarsi. La cosa invece andò in maniera diametralmente opposta: furono gli americani che nel 1959 misero a punto un piano per sistemare i loro missili Jupiter, con una gittata massina di 500o chilometri sia in Italia i ( e precisamente tra Puglia e Basilicata), sia in Turchia dove erano molto vicini ai confini dell’Urss. Mosca fece di tutto per evitare di avere gli ordigni americani davanti alla porta di casa, ma dapprima l’amministrazione Eisenhower e successivamente quella Kennedy furono irremovibili e non vollero saperne di arrivare a un accordo sulla questione, mentre da noi e in Turchia si lavorava alla preparazione dei siti di lancio. Nel 1962 i primi 3 jupiter arrivarono in Turchia e a quel punto a Mosca, vista l’impossibilità di arrivare anche solo a colloqui preliminari non rimase altro che rispondere pan per focaccia inviando di propri SS3 e SS4 a Cuba. Si andò vicinissimi al conflitto nucleare, ma a quel punto Kennedy che pure aveva avallato il piano Jupiter decise di fare marcia indietro e concordò con Mosca di ritirare i propri ordigni sia dalla Turchia, sia dall’Italia dove, per la cronaca quattro missili erano stati colpiti da fulmini e in due di essi si attivò il processo fisico-chimico preliminare all’esplosione atomica che per fortuna non avvenne. Insomma per l’Urss fu una vittoria significativa anche se la favola che noi abbiamo nella testa dice esattamente il contrario. E questo nonostante che la sequenza reale degli eventi sia facilmente attingibile persino in rete.
Certo ancora oggi – a parte la storiografia accademica – gli americani non riescono ad ammettere la sconfitta come non si rassegnano oggi e in molti report di livello divulgativo sulla vicenda si dice che i missili appena schierati furono ritirati perché obsoleti e vulnerabili ai possibili attacchi sovietici. Anzi visto che ci sono si adoperano a salvare l’immaginetta di Kennedy che avrebbe ordinato già nel 1961, un anno prima della crisi di Cuba, lo smantellamento delle basi proprio per l’obsolescenza dei missili a medio raggio. Insomma si vuol far credere che ciò che era considerato il massimo in fatto di tecnologia missilistica nell’ autunno del 1959 ( quando fu firmato il patto con Italia e Turchia per le basi) nel 1961 era già ferraglia. Non scherziamo, c’è un limite a tutto. E se proprio dovessimo scavare nelle segrete cose sarebbe semmai da considerare l’ipotesi che proprio il ritiro dei missili dalla Turchia e dall’Italia possa essere stata la causa dell’assassinio di Kennedy, visto che allora come oggi c’erano forti correnti guerrafondaie tra i servizi e le forze armate e molti di questi coltivavano l’idea di un attacco a sorpresa
Ad ogni modo è probabile che le leggende metropolitane sulla crisi di Cuba e la completa inversione tra vincitori e vinti abbia giocato un ruolo nell’errore compiuto da Washington nel tentare di mettere alle corde la Russia, pensando che alla fine avrebbe ceduto: si tratta comunque di un’ipotesi da mettere in campo. Tuttavia la cosa ancora più interessante e che nonostante oggi si sappia con molta precisione cosa sia davvero accaduto, la vecchia leggenda è ancora quella che fa aggio sulla verità. Se a questa si arriva dopo troppo tempo dagli eventi diventa quasi inutile, superflua e non ha alcuna efficacia nel cambiare le cose. Ecco perché dovremmo avere fretta nello scoperchiare il vaso di Pandora degli ultimi tre anni: per eviktare che la narrazione l’abbia comunnque vinta sulla realtà
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