Le ultime due settimane sono state dominate da quattro notizie importanti di cui però solo una è giunta al grande pubblico sia pure quasi in sordina, ovvero l’entrata ufficiale della Germania nel tunnel della  recessione. Era una notizia in qualche modo attesa e ovviamente contrastata  sui giornaloni e in televisione da assurde fantasie su riprese italiche di cui nessuno vede la presenza, ma che in un Paese trasformato in un fumeria d’oppio può anche essere consolatoria. In realtà visto che il sistema industriale italiano si era da tempo trasformato in sub fornitore di quello tedesco è una pessima novità anche per noi.   Le altre tre notizie  sono invece di segno opposto e testimoniano di come il tempo dell’occidente e della sua egemonia finanziaria stia per scadere. Diversi media americani di carattere economico, sono stati costretti ad ammettere ciò che mai avrebbero pensato un anno fa, ovvero che la Russia sta spendendo una somma relativamente piccola per la guerra in Ucraina e che il piano degli Stati Uniti messo a punto da Brzezinski per trascinare Mosca  in un altro pantano simile all’Afghanistan non funziona affatto e anzi pare avere effetti completamente contrari a quelli attesi.  Il costo fiscale diretto della guerra – spesa per soldati e armamenti  – è stimato a circa il 3% del PIL russo, o circa 67 miliardi di dollari all’anno, secondo il rapporto. Insomma qualcosa di sconvolgente per chi pensava che Mosca avrebbe esaurito le proprie munizioni in un mese, oltre a doversi arrendere all’assedio finanziario. Non solo, ma alcuni di questi rapporti sostengono che la tecnologia alla base  delle forze armate russe oggi è più avanzata che mai, il che significa che i militari richiedono meno personale e meno sistemi di armi per lo sforzo bellico.

Tutto questo  è l’ammissione che la che le forze armate russe sono così avanzate che hanno bisogno di spendere relativamente pochi soldi per decimare le riserve di tutta la Nato.  Ed è su questo che si innesta la terza notizia ossia la creazione di due nuove regioni militari di Mosca e San Pietroburgo alle quali sono stati destinati 3000 carri armati, presi dalla riserva centrale e diretti principalmente verso il confine con gli stati baltici e la Finlandia, mentre è in preparazione pr qualto riguarda i problemi del baltico anche una speciale   formazione area d’assalto  Si prevede inoltre di creare un ulteriore corpo d’armata, la regione navale di Azov e la formazione di cinque nuove divisioni e 26 brigate. E’ chiaro che Mosca si aspetta un ampliamento della guerra e sta mettendo le basi per respingere l’assalto occidentale: lo può fare  senza costare caro ai suoi cittadini e senza dover stampare troppo denaro con il pericolo di  stimolare l’inflazione  ed erodere  il tenore di vita, cosa che invece accade ai suoi avversari che si erano illusi di una facile vittoria sul piano economico: la Russia è oggi più vitale che mai , ha un pil in crescita e molte grandi aziende non hanno mai fatto tanti profitti, mentre quelle europee vanno in recessione.

La quarta notizia sembra a prima vista molto meno importanza, ma fa parte a pieno titolo di questo panorama: e si inserisce perfettamente nel discorso: nel 2022 come emerge dalle Nielsen la Union Pay cinese ha per prima volta superato Visa per numero di transazioni: il 40, 3 per cento contro il 38,78% dell’ex gigante delle carte di credito. Insomma persino nel campo che pareva dover rimanere ancora a lungo appannaggio esclusivo della finanza occidentale, si assiste a un continuo sorpasso

fonte:

Di BasNews

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