Quando lo sconosciuto Friedrich Merz, cresciuto nel nido di cuculo di BlackRock, divenne il sostituto in pectore del fallimentare Scholz, mi pareva di averlo visto da qualche parte, ma per quanto mi arrovellarsi non riuscivo a ricordare dove e quando. Poi, all’improvviso, un’illuminazione: era un ricordo infantile risalente al famoso processo Eichmann: Merz ,come potete vedere dalla foto qui a fianco, è proprio sputato l’ex gerarca nazista, qui ritratto durante l’ora d’aria in prigione. Somiglianza fisica, ma forse non solo: in qualche modo incarna una certa idea della Germania dove ragionieri e contabili divennero criminali di guerra. Bè, la banalità del male sembra quasi in agguato nel volto insignificante di Merz, ovvero dal maggior guerrafondaio europeo, quello che potrebbe cacciarci dentro un olocausto nucleare, mentre nel frattempo si allena ad appoggiare toto corde il genocidio a Gaza. Ma non avrà vita facile: tutti sottolineano il fatto che per la prima volta dal suicidio di Hitler un candidato cancelliere non viene eletto alla prima votazione. Del resto è anche la prima volta in assoluto che un cancelliere sia solo al 13 posto tra i politici più considerati e, ancor prima di cominciare, solo il 38 per cento dei tedeschi pensa che sarà un buon governante. Con una certa logica visto che ha scelto di allearsi con la Spd, ovvero il partito in assoluto più punito dall’elettorato.
Tuttavia per capire quale sarà il futuro della Germania c’è qualcosa di più importante di questo passo falso, vale a dire il fatto che dopo la bocciatura per sei voti, tutta la prassi della Repubblica federale è stata fatta saltare: la successiva elezione si sarebbe dovuta svolgere fra 14 giorni, ma attraverso consultazioni febbrili si è deciso, coinvolgendo i Verdi, di ritornare subito al voto, individuando i franchi tiratori e convincendoli in qualche modo che non sappiamo, ma immaginiamo, a recedere. Dunque siamo di fronte a un governo e a un uomo che agisce come in un consiglio di amministrazione. Del resto è stato assente dalla politica per vent’anni accumulando una serie infinita di cariche aziendali che gli hanno consentito di accumulare milioni di euro. Sì, Merz è un ricco che lavora che per gli ancora più ricchi, probabilmente spinto dai suoi sponsor finanziari a controllare direttamente l’evoluzione delle cose, anche forzando la legge fondamentale della Repubblica Federale, come si appresta a fare pur di trovare soldi per le armi. Non è nemmeno un caso che dopo la formazione della coalizione fra Cdu (il suo partito) e la Spd siano partite campagne, a partire dei servizi segreti, per mettere fuori legge la Afd in quanto “partito di estrema destra” anche se ci si guarda bene dal definire questa etichetta di comodo usata in tutto l’Occidente dai governi, essi sì, di estrema destra nei fatti.
Sebbene in giro ci siano zombi che ancora subiscono i trucchetti della neolingua, appare chiaro che la “destrizzazione” di qualsiasi opposizione allo status quo dettato dai poteri finanziari, comincia a perdere di efficacia, esattamente come cominciano ad essere meno convincenti le statistiche fasulle sull’inflazione che gli istituti di numerologia chiamano “reali” contrapponendoli a quelli “percepiti” dai cittadini. Si comincia a “percepire” in realtà di essere costantemente presi in giro. La statistica se usata in maniera subdola, come accade ormai da decenni, arriva prima dei manganelli, ma alla fine non può farne a meno. Però non voglio perdere di vista l’argomento: è chiaro che la Germania sta entrando dentro un periodo molto agitato, dove si scontreranno le realtà di cui non si vuole tenere conto e governi sempre più tendenti all’autoritarismo, cosa che in generale è destinata ad accadere in tutto il continente. Tuttavia in Germania questo passaggio rischia di essere più acuto perché la perdita di solidità sia economica che industriale, in gran parte auto inflitta, è avvenuta in un periodo di tempo molto breve, non è stata trentennale come da noi. E dunque si sta sfaldando anche la solidità politica: i tentativi di recuperare credito, cercando di utilizzare la guerra come volano per recuperare capacità manifatturiera, rassomigliano in modo inquietante a quelle di un altro cancelliere di nome Adolf. Ecco perché ho iniziato con la singolare rassomiglianza fisica tra Eichmann e Merz: la banalità del male a volte si presenta come banalità tout court. Ma credo, a vedere gli inizi così stentati, che il cancelliere non durerà molto a lungo: è sostanzialmente l’epigono del globalismo finanziario di cui è stato curatore per molti anni e non ha ricette magiche da portare. Del resto è stato “richiamato in servizio” nella politica pochi anni fa, non appena Angela Merkel ha annunciato il suo ritiro, perché le oligarchie potessero avere qualcuno su cui contare senza se e senza ma, anche perché una crisi politica della Germania significherebbe la crisi politica dell’Ue. Ma le cose cambiamo rapidamente di quanto i vari Merz vogliano tenerle ferme.
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