La dottoressa Maria Grazia Pace e il dottor Luigi Giannatiempo sono professionisti della medicina.

Da poco, lavorano insieme: al più presto offriranno il loro servizio- con la passione, l’entusiasmo e la grande esperienza che li contraddistingue- alla comunità di Rionero in Vulture come medici di medicina generale.

Dottoressa Pace, come nasce la vostra vocazione per la medicina?

La nostra vocazione per la medicina nasce dall’autentica volontà di dare, di aiutare gli altri e di farlo con il cuore: dare crea, inevitabilmente, i presupposti per ricevere; nel dare si riceve tanto a livello emozionale, tanta gratificazione, tanto affetto. La nostra visione della medicina è incentrata anche sull’anima: sulla capacità di esprimere umanità, su questo incentriamo le nostre giornate da medici. La grande gratitudine dei pazienti ci aiuta a fare molto meglio il nostro lavoro, ma soprattutto ci aiuta a vivere meglio la nostra quotidianità: essere umani, prima che medici, ci dà “un senso”.

Nel primo periodo della pandemia, quali sono state le emergenze e i problemi che avete dovuto affrontare come medici?

Durante la pandemia è stato difficilissimo per noi trovarci all’improvviso catapultati in una situazione di criticità mondiale, inizialmente poco conosciuta. Riuscire a capire come “schermarsi”, per proteggere noi stessi e gli altri, non è stato affatto semplice. Il senso del dovere, in noi, è stato fortissimo. Personalmente ho lavorato in gravidanza, proprio perché ritenevo che fosse indispensabile donare la mia esperienza e il mio servizio agli altri: in questo discorso rientra ciò che dicevo prima, ovvero la forte esigenza di dare. Il senso del dare è il leitmotiv del nostro lavoro.

Com’è cambiato il ruolo del medico di famiglia negli anni?

Sono certa che negli anni sia cambiato il concetto di salute; la cosa più importante della nostra professione, soprattutto in questo periodo storico, è quella di creare un proficuo dialogo con i propri pazienti: è difficile focalizzarsi su una terapia o un percorso diagnostico quando non si conosce a fondo il paziente, se non si cerca di comprendere a fondo le sue paure, i suoi bisogni. La sensibilità, l’attenzione, l’empatia sono indispensabili.

E’ necessario spiegare esaustivamente, pazientare, spendere il proprio tempo per il paziente, concordare insieme le cure.

Internet ci bombarda di informazioni e, spesso, ognuno può essere indotto a crearsi il proprio principio di salute e di cura individuale: si tratta di un aspetto delicatissimo, per questo la bellezza del nostro lavoro si focalizza sulla capacità di entrare nella vita degli altri nel miglior modo possibile, sostenendo i pazienti, ad ampio spettro, nelle loro ansie, nelle loro fatiche, nei loro problemi.

Avete sostenuto, più volte, che avete un’idea “romantica” di medici di famiglia.

Sì, “romantica” nel senso di apertura al bisogno dell’altro, non solo per quanto riguarda la salute fisica, ma anche e soprattutto psichica. Siamo due professionisti sempre pronti ad accogliere qualunque richiesta, mettendo al servizio la nostra professione e la nostra generosità ai cittadini di Rionero. Approfitto per ringraziare il Sindaco Mario Di Nitto per la grande disponibilità che ci ha dimostrato, per il suo supporto costante, i suoi consigli sulla scelta delle strutture è stato utilissimo, ed è stato davvero un grande aiuto per noi che non abbiamo mai vissuto a Rionero: siamo cittadini acquisiti.

Concludo dicendo che siamo felici che il nostro modo di lavorare sia stato apprezzato: tutto questo ci sprona a fare sempre di più.

Carmen Piccirillo

Di BasNews

2 pensiero su “<strong>Professionalità, umanità, sensibilità; i medici Maria Grazia Pace e Luigi Giannatiempo si raccontano</strong>”
  1. Possiamo, io e mio marito, scegliere uno dei due come medico di base? Il 3 aprile ci trasferisco a Rionero da Trieste e avremo bisogno del medico. Grazie

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