Roger Assaf, noto regista, drammaturgo e attore libanese ha scritto una “Lettera aperta alla Santa Repubblica laica francese”. Dal secolo dei Lumi, alla Rivoluzione Francese fino della Comune di Parigi, che secondo Assaf, la Francia ha rappresentato “sempre valori repubblicani, democrazia, rispetto delle libertà e difesa dei diritti umani”. Alla luce pure della decisione del Presidente Macron di proibire le manifestazioni pro Palestina, una delle tante domande che Assaf pone alla Francia di oggi è questa: “Perché la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, che è il livello più alto della gerarchia delle norme in Francia dal 26 agosto (1789), non si applica ai palestinesi, perché i loro “diritti naturali individuali e comuni, la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione” non sono difesi dalla Repubblica francese? 

di Roger Assaf – Traduzione Nora Hoppe

Lei è l’erede del Rinascimento umanista, dell’Età dei Lumi e della Rivoluzione Francese,

L’ho amato quando mi è apparsa, a torso nudo e risoluta, alla guida del popolo di Parigi sulle barricate dei Tre Anni Gloriosi.

Ho aggiunto la mia fede ai Suoi ideali: valori repubblicani, democrazia, rispetto delle libertà e difesa dei diritti umani. 

La mia fedeltà e la mia devozione mi portano oggi a condividere con Lei le mie domande: 

Perché la Repubblica laica francese dovrebbe sostenere lo stato-nazione del popolo ebraico e condannare gli ”arabi musulmani” che ”occupano” una parte di Gerusalemme, ”capitale del regno di Giuda dal re Davide”? 

Perché la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, che è il livello più alto della gerarchia delle norme in Francia dal 26 agosto (1789), non si applica ai palestinesi, perché i loro “diritti naturali individuali e comuni, la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione” non sono difesi dalla Repubblica francese? 

Perché la colonizzazione dei “territori occupati”, condannata dall’ONU, è tollerata dallo Stato francese?  

Ecc. ecc. ecc. 

La lista delle domande è troppo lunga e soprattutto, oggi, obsoleta e superata, perché oggi:   

LA PALESTINA TORNA AL CENTRO DEL MONDO LIBERO

La guerra in Palestina non è “uno scoppio di violenza” ma una Rivoluzione, per la Giustizia e per la Libertà.

No, la guerra in Palestina non è un conflitto tra musulmani palestinesi ed ebrei israeliani, ma un movimento di liberazione, la lotta nazionale del popolo palestinese contro un’occupazione ingiusta e una colonizzazione selvaggia.

Nota: ci sono ebrei che sostengono la resistenza palestinese e musulmani che si oppongono.

No, la violenza in Palestina non è opera di un estremismo fanatico antisemita (anche se dobbiamo riconoscere che questa tendenza esiste e si unisce alla nostra avversione per i pogrom antiarabi degli ebrei estremisti). 

Cara signora, non sono bravo nell’analisi politica, ma non ne ho bisogno per sapere da che parte della barricata dovrei stare, quella dei Versaillais o quella dei Comunardi, quella della Ragion di Stato o quella dell’irragionevolezza poetica.

Sì, cara signora, c’è almeno questa verità irrefutabile che vola sulla Storia degli uomini: le battaglie, le conquiste e le sconfitte hanno vita breve, la poesia è perenne. E ve lo affermo, sfacciatamente, senza battere ciglio: LA PALESTINA È POESIA

E questa è la sua forza storica, che Eretz Israel non avrà mai, perché la terra si attacca agli uomini e offre loro un palpito segreto che solo loro possono percepire.

LIBERTA’

Un adolescente corre liberamente per le strade della sua città, ha una pietra in mano, allunga il suo corpo liberamente nella luce e lancia liberamente la sua pietra nello spazio, contro un colosso di ferro in cui sono rinchiusi uomini senza volto, legati dalla paura, dall’odio e dal servizio. Tra questo gavroche e la sua pietra, un momento di grazia, e forse la chiave di un mistero: questo pezzo di pietra ha sempre avuto un appuntamento con questo bambino, che è nato qui, nato da un desiderio palestinese, un desiderio nascosto nel segreto di una pietra… palestinese.

MEMORIA

La guerra è ignoranza e esperienza di sventura, gli eserciti ignorano l’impotenza della furia bellica e la forza dolorosa degli alberi sradicati e dei cimiteri secolari.

PACE

Si dice che i bambini che muoiono vanno direttamente in paradiso. Così stasera i bambini di Gaza cantano all’unisono con i bambini di Auschwitz.

Fonte: l’antidiplomatico https://www.lantidiplomatico.it/

Di BasNews

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