di Gianluigi Gazerro

Reduce dalla recentissima ondata di scioperi violenti contro la riforma pensionistica di Macron, lo scorso 12 Aprile Parigi è stata preda di nuovo d’assalto, questa volta però la causa è un paio di Nike.

Per contestualizzare, Nike ha rilasciato un’edizione limitata di sneakers create in collaborazione con il brand londinese Corteiz, gettando di nuovo il panico in una città già piegata.

Non è un fenomeno nuovo, i brand più ricercati nel mondo dello “streetwear” usano questa tecnica da anni, creare domanda per un prodotto che verrà poi commercializzato in quantità ridicole.

Le regole del gioco si scrivono da sé: chi primo arriva, si aggiudica la possibilità di acquistare il prodotto in questione.

Questa volta l’idea era ancora più geniale, organizzare una caccia al tesoro per migliaia di persone con l’obiettivo di scoprire la location di vendita delle scarpe.

Partenza fissata a Place de la République, le indicazioni compaiono sulla fiancata di un autobus ed inizia il caos.

Il punto critico della discussione, ad una settimana di distanza dall’accaduto, prescinde tuttavia dal concept della vendita in sé.

Puntare il dito contro gli acquirenti potrebbe essere inutile, come deviare il discorso su una strada chiusa.

Appare invece molto discutibile la scelta di Nike, che consapevole delle conseguenze, avrebbe scelto di gettare nuovo disordine nella capitale francese.

Due scenari diversi, certo, le cause sono completamente estranee l’una all’altra; eppure la follia di Parigi ha prodotto ben due feriti, risse sparse sul suolo parigino ed una seria minaccia all’ordine pubblico.

Una scelta irresponsabile, inadeguata, o anche semplicemente superflua.

Sembra assurdo pensare che nel nome del “Dio denaro”, una multinazionale come Nike possa essere autorizzata a mettere in ginocchio la capitale francese, eppure è proprio di questo che si è trattato.

Nike avrebbe dichiarato nei giorni scorsi che una tale affluenza non era stata prevista, come se la situazione fosse sfuggita dal loro controllo all’ultimo momento, contro ogni statistica.

La quasi fatale caccia al tesoro dell’alta moda, ha contribuito a compromettere ulteriormente l’immagine e la posizione francese nel panorama europeo, peggiorando di settimana in settimana la posizione di Parigi, ormai specchio dell’infelice turbolenza che il paese sta attraversando?

Se le critiche alla pubblica amministrazione non si erano esaurite in tempo di scioperi, per Macron è imperativo riacquistare il controllo della capitale, nel frattempo il consenso trema.

Fonte:

Di BasNews

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