La strage silente sulle morti del lavoro. Sono omicidi che hanno come obiettivo unico il profitto.

Arriva ieri da Prato l’ennesima conferma con la chiusura delle indagini sulla morte di Luana D’Orazio, la giovane operaia morta stritolata in un macchinario.

La terribile conclusione alla quale è arrivata l’indagine della Guardia di Finanza incaricata dalla Procura di Prato, come riferisce il quotidiano La Nazione, è che c’è stata una manomissione dell’orditoio per aumentare la produttività dell’azienda, si ipotizza un aumento dell’8% della produttività, seppur non quantificato, “Non siamo in grado di stabilire se a questa manomissione si accompagni un profitto economico» che in qualsiasi caso sarebbe infimo, secondo i finanzieri.

Alla chiusura delle indagini, secondo il quotidiano fiorentino, ad essere rinviati a giudizio “sono la titolare dell’azienda, Luana Coppini, il marito Daniele Faggi, considerato dagli inquirenti il gestore di fatto dell’orditura anche se sulla carta risultava un dipendente e il tecnico manutentore che avrebbe eseguito la manomissione, Mario Cusimano.”

Questo aumento produttivo avrebbe tra l’altro provocato un aumento di profitto di pochi euro, per la classe padronale, gli imPreDatori, tutto si accumula e la vita di un lavoratore può essere sacrificata per pochi spiccioli.

Luana come altre vittime sul lavoro otterranno giustizia? Dalla Corte di Assise alla Cassazione le vie dell’ennesimo sopruso sono probabili.

Le sentenze dell’Utri e Lucano sono un monito.

Ci vuole una spinta dal basso, forte, di classe, l’11 Ottobre allo Sciopero generale indetto dal sindacalismo di base deve essere forte la risposta. Non si può delegare niente a nessuno, come alla politica, tantomeno alla magistratura.

Angelo Brunetti

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it

Di BasNews

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