di Americo Mascarucci

Vi raccontiamo una storia incredibile quanto assurda, la storia di un agente di Polizia che si è ritrovato sospeso dal servizio per non essersi vaccinato. Ma attenzione, non si tratta di un irriducibile no vax; lui a vaccinarsi, pur controvoglia, c’era comunque andato ma non ha potuto iniettarsi il siero per ragioni di ordine sanitario. Così Giuseppe, nome di fantasia che abbiamo scelto per tutelare la sua privacy, si è trovato suo malgrado vittima di un cortocircuito di vicende sanitarie e norme regolamentari da cui non sa come uscire.

Può raccontarci la sua vicenda?

“Premetto che ho 29 anni di servizio nella Polizia di Stato che ho trascorso interamente sulla strada. Il vaccino non me lo sono fatto a causa di una patologia autoimmune che mi porta ad avere un numero elevatissimo di anticorpi che aggediscono  il mio organismo, tanto è vero che nella mia vita non mi sono ammalato quasi mai. Quindi coltivo il legittimo timore che il vaccino possa procurarmi più danni che benefici”.

Poi che è accaduto?

“Quando hanno iniziato ad introdurre le restrizioni per i non vaccinati agli inizi di dicembre, ho chiesto al mio medico di prescrivermi degli esami pre vaccinali per valutare la mia compatibilità nei confronti della vaccinazione. Dopo vari tentennamenti si è convinto a prescrivermi gli esami, ma io sono andato oltre chiedendogli anche una specifica prescrizione medica, perché ritengo che anche il vaccino, come un qualsiasi altro farmaco, debba essere somministrato dietro espressa autorizzazione del medico curante. Gli esami in ospedale me li hanno prenotati il 12 gennaio. Fino al 27 di dicembre ero in ferie e mi è arrivata in quei giorni la raccomandata del mio ufficio con la quale mi veniva chiesto entro cinque giorni di presentarmi vaccinato o con la prenotazione”.

A quel punto quindi?

“Tramite pec ho risposto che ero in attesa di fare questi esami e che me li avevano fissati per il 12 gennaio. Ma dal mio ufficio hanno risposto che dovevo necessariamente presentarmi entro cinque giorni o vaccinato o con almeno la prenotazione. A quel punto non mi è rimasto altro da fare che prenotare la vaccinazione che mi è stata fissata il 14 gennaio, due giorni dopo lo svolgimento delle analisi. Il 14 gennaio mi sono presentato al centro vaccinale facendo presente al medico che avevo fatto gli esami due giorni prima ed ero in attesa del responso che sarebbe arrivato il 20 gennaio. Il medico però mi ha risposto che lui era lì soltanto per fare le vaccinazioni e mi ha sottoposto il consenso informato da firmare. In pratica mi ha fatto capire che la scelta toccava a me, quindi ero io che, a mio rischio e pericolo, dovevo assumermi la responsabilità di vaccinarmi”.

E lei ha firmato?

“Assolutamente no, al punto che il medico si è risentito e mi ha pure detto che se non mi vaccinavo non avrei più messo nemmeno il naso fuori dalla porta. E’ nata una discussione, perché io ero pronto a vaccinarmi soltanto se lui si fosse assunto la responsabilità, nero su bianco. Cosa che ovviamente non ha fatto. E’ arrivato a quel punto un altro medico il quale mi ha concesso un differimento di una settimana, ovvero fino al 21 gennaio. A quel punto ho trasmesso tutto al mio ufficio tramite pec. L’ufficio sanitario della Polizia di Stato ha preso atto di questo differimento e lo ha accettato. Il 20 gennaio vado finalmente a ritirare i risultati degli esami che porto al mio medico. Poichè con raccomandata gli avevo chiesto anche il rilascio della prescrizione medica, lui mi risponde che era necessario sottopormi ad una visita.  Da questa visita viene fuori che in quel momento avevo una pressione altissima, 180 di massima e 120 di minima. Il mio medico quindi mi prescrive una visita cardiologica. Tenga conto che io non sapevo di avere una pressione così alta, perché non avevo sintomi”.

Quindi si presume che arrivati a questo punto le abbiano chiaramente messo nero su bianco che non fosse opportuna la vaccinazione, o sbaglio?

“Sbaglia purtroppo. Il giorno dopo mi sono presentato al centro vaccinale con la prescrizione del mio medico per la visita cardiologica e i risultati degli esami. Il medico vaccinatore vista la documentazione mi informa che non può vaccinarmi e mi invita a fare al più presto la visita cardiologica. Mi presento a quel punto al mio ufficio sanitario con tutti i documenti, spiegando loro che non mi avevano vaccinato a causa di questa situazione. I medici della Polizia decidono di fare a loro volta un controllo misurandomi la pressione quasi pensando che stessi esagerando. Invece anche loro riscontrano una pressione talmente alta da farmi stare due ore in infermeria. Due ore dopo la pressione era ancora molto alta e i battiti cardiaci fuori controllo, anche se io, ripeto, non mostravo sintomi di alcun genere. A quel punto anche i medici della Polizia mi prescrivono di fare fare una visita cardiologica. Ma quel pomeriggio dovevo lavorare e così mi danno cinque giorni di convalescenza. fino al 25 gennaio. Finalmente vado al Policlinico e mi fanno la visita cardiologica, trovandomi ancora una volta una pressione altissima, ma cosa ancora più sorprendente riscontrano anche delle lesioni al cuore e mi rilasciano una relazione scritta. Trasmetto tutto nuovamente al mio ufficio sanitario e il medico mi prescrive sette giorni di riposo con terapia. Questi sette giorni scadevano il 30 gennaio. Il 25 mi comunicano dal mio ufficio che hanno necessità di consegnarmi la sospensione dal servizio”.

Incredibile, l’hanno sospesa?

“Esattamente. Io gli faccio notare che sono convalescente e che non comprendevo tanta urgenza. Mi rispondono che entro la sera dovevano consegnarmi a tutti i costi la sospensione. Al che gli rispondo che a quel punto avrebbero dovuto inviarmi una pec che mi autorizzava a presentarmi sul luogo stabilito pur essendo in malattia. La pec non è mai arrivata, ma ne è arrivata invece un’altra dove mi si diceva che dovevo comunicare loro quando sarei andato, entro le 20, a ritirare il provvedimento. Intanto la pressione aumentava, finisco al pronto soccorso con la massima a 195 e la minima a 130, con battiti cardiaci allucinanti. La mattina successiva tramite pec mi viene comunicata la sospensione dal servizio con il ritiro dell’arma. Mi chiedo a questo punto se tutto questo sia normale e abbia una logica”

Si è fatto un’idea?

“Di sicuro non c’è una logica sanitaria in tutto questo, mi pare evidente. Tenga conto che io provengo dall’Aeronautica, quindi essendo un mililitare di vaccini ne ho fatti tanti in vita mia, Questi contro il Covid non mi hanno mai convinto, ma per mantenere i miei impegni, il mutuo di casa da pagare, la famiglia da mantenere, ero anche disposto a farlo. Ma arrivati a questo punto, con il quadro clinico che le ho appena descritto, vaccinarmi è oggettivamente impossibile. Per altro sono stato sempre in prima linea anche in piena pandemia, e dopo aver fatto un esame sierologico ho scoperto di aver avuto anche il Covid”.

Non ha pensato di rivolgersi ad un legale per impugnare la sospensione?

“Nelle mie stesse condizioni ci sono anche altri colleghi, e con questi ci siamo rivolti ad uno studio legale. Non tutti sono no vax. Ci sono anche altri che come me non possono fare il vaccino per il rischio di reazioni avverse. Tenga conto che fra i sospesi ci sono persone in possesso di numerosi brevetti che dunque sono necessarie alla Polizia. Dopo trent’anni di servizio è mortificante trovarsi in questa situazione. Poi considerate pure che il poliziotto è come il medico, se manca non può essere sostituito, se non da altri adeguatamente formati. Così gli uffici che già erano sotto organico per i pensionamenti, adesso lo sono ancora di più. E chi ci rimette alla fine? Il cittadino, chi altri? Ma sa qual è la cosa più assurda?”.

Quale?

“Che mi hanno sospeso a stipendio zero, mentre se avessi commesso un reato in divisa mi avrebbero sospeso con metà stipendio comunque garantito. Non vaccinarsi è considerato più grave che commettere un reato”.

Quindi come può uscire adesso da questa situazione?

“Devo fare altri esami per valutare soprattutto la condizione del cuore. Mi sto curando, sono iperteso. Come ne uscirò non ne ho idea. Ho anche inviato una pec al mio ufficio sanitario dichiarandomi disponibile a vaccinarmi se loro si assumeranno ogni responsabilità, ma non mi hanno mai risposto. Mi sento come uno che sta con la testa sotto la ghigliottina, perché devo scegliere se è meglio morire di fame oppure andare incontro al pericolo di reazioni avverse con il vaccino “.

Non ha un sindacato che può assisterla in questa battaglia?

“Soltanto due sindacati si stanno muovendo in nostro favore, il Cosap e il LeS, ma purtroppo non riusciamo ad avere risposte né da parte del ministero, né dal capo della Polizia, né da nessun altro. Confidiamo che qualcuno decida di mettere ordine in questa situazione assurda”.

Fonte:

Di BasNews

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la facilità d'uso. Se utilizzi il sito accetti l'utilizzo dei cookie.