Di una cosa sono sicuro perché fa parte della mia esperienza diretta: mai la morte di un Papa ha suscitato meno emozione della dipartita di Bergoglio, paradossalmente segnalata più dagli ambienti laici che da quelli cattolici. Conosciamo certo le polemiche in quelli che vengono definiti tout court ambienti tradizionalisti, immaginiamo la reazione di fronte a posizioni ed accenni nei confronti della diversità che possono essere state apprezzate in area laica e lasciato perplessi i fedeli, ma in generale quello di Francesco rimane un papato per molti versi indecifrabile, per non dire ambiguo ambiguo, fatto di accenni contraddittori, in ogni caso del tutto irrisolto e lascia l’impressione di un Pontefice non all’altezza della sfida che la Chiesa cattolica si trova ad affrontare in un Occidente secolarizzato e preda di un’involuzione etica e politica. A volte è persino sembrato che il Vaticano fosse il ventriloquo di altri poteri e , sia vero o meno, l’impressione è stata davvero netta e spiacevole come se i mercanti e le loro merci di consumo ideologico avessero fatto irruzione nel tempio.
Mettiamo tra parentesi la posizione benedicente sui vaccini sui cui il Papa avrebbe fatto bene a tacere vista la loro natura di esperimento di massa, una posizione che sembrava dettata altrove e prendiamo il tema della pace che al contrario è stato molto controverso. Bergoglio è stato altalenante tra l’appoggio all’Ucraina, la sconfessione della russofobia cui bisogna dargli merito, la condanna della persecuzione della Chiesa ortodossa da parte del regime di Kiev. Tutto però è rimasto impigliato dentro le parole, mentre il Pontefice avrebbe potuto sviluppare azioni concrete e allo stesso tempo con forte carico simbolico: avrebbe per esempio potuto inviare un proprio rappresentante – non so se nunzio apostolico sia l’espressione giusta o si dovrebbe usare messo o legato pontificio – per incontrare il metropolita Pavel, abate del monastero di Kiev-Pechersk Lavra, arrestato dalla polizia ucraina, Comunque avrebbe potuto impegnare la Chiesa Cattolica in una battaglia per la libertà religiosa. Anche qui l’impressione è che non volesse, con un’azione decisa, scardinare la narrazione totalmente fuori dalla realtà di un regime Zelensky buono e democratico che è stata imposta in Occidente come un assurdo e ingannevole dogma.
La stessa cosa si può dire per Gaza, Certo va riconosciuto a Papa Francesco il fatto di aver condannato le stragi, i bombardamenti indiscriminati, l’uccisione dei giornalisti che potevano raccontare la mattanza e la distruzione degli ospedali. Ha anche chiesto un’ indagine sulle accuse di genocidio, si è avvertito forse per la prima volta, una ribellione alle “ragioni” dei potentati che sono all’origine di questi orrori. Tuttavia anche qui alla fine non ha fatto nulla di concreto, non ha inviato propri rappresentanti per incontrarsi con i Palestinesi di religione cristiana, come sarebbe stato comprensibile, per non dire doveroso, non ha cercato con un atto di forza di strappare i fili dalla narrazione filo sionista dominante in Occidente. Insomma non ha avuto il coraggio di infrangere il muro di isolamento etico di cui è vittima la striscia di Gaza, Un’azione che tra l’altro avrebbe concesso a una Chiesa in evidente crisi un enorme capitale morale, anche se sarebbe stato un colpo formidabile alle pubbliche relazioni di Tel Aviv e di Washington con tutte le conseguenze del caso. Ma alle volte la temerarietà paga, anche se non immediatamente. Non so se queste scelte siano state solo di Bergoglio o derivino da una poca disponibilità delle alte sfere ecclesiastiche a un tale passo.
Sta di fatto che la morte di Papa Francesco non sembra aver suscitato troppa emozione e spesso la natura irrisolta di questo papato si è tradotta in “coccodrilli” banali che lasciano alla più ovvia retorica il compito di evitare i problemi e nel solito profluvio di dichiarazioni dovute che non lasciano nemmeno il tempo che trovano. L’Ansa, ripresa poi da molti quotidiani ha persino trovato modo di parlare della passione di Papa Francesco per il cibo di strada e per le empanadas preparate per lui da trans sudamericane che può essere una storia curiosa, o magari costruita, ma che a poche ore dalla morte pare davvero riempire un vuoto. Adesso tutta l’attenzione sembra subito presa dal toto conclave, che dirà se in Vaticano ci sarà un Papa ancora più bergogliano di Bergoglio o se ci sarà una svolta e di che tipo. Queste considerazioni hanno già preso il posto di ricordi reticenti, come se ci fosse da dire troppo e al tempo stesso troppo poco.
fonte: