A cura di Pasquale Tucciariello

Chissà, probabilmente tutto tornerà come gli altri anni in materia di forestazione, tutto come prima con qualche variante probabilmente, anziché gruppi di una decina di lavoranti, per il covid avremo forse gruppetti sparsi, comunque oltre 4 mila lavoratori che verranno chiamati dal governo regionale a pulir cunette, boschi, prevenzione incendi, qualche lavoro di ingegneria naturalistica, se vi sono maestranze abili, per una spesa di circa 50 milioni di euro. Poi, dopo circa sei mesi, tutti a casa, quattromila persone messe in cassa integrazione lasciando che il territorio regionale torni sguarnito e nel degrado mentre il resto della politica regionale vivacchia sonnolente, mai un’impennata di orgoglio politico che promuova od assecondi ansie di riscatto e di risalita del nostro popolo. C’è stata un paio di anni fa una riforma del comparto – unificazione dei cantieri sotto la governance del Consorzio di Bonifica – che prevede programmi di efficienza tecnica ed economica, filiera del legno trasformato anche a uso di biomasse per sistemi energetici, ossia un percorso verso la forestazione produttiva che in verità ha bisogno di essere disegnata da personale politico illuminato e da esperti economisti. Sulla carta si potrebbero fare cose buone a mucchi con una governance in grado di dare lavoro producendo ricchezza. E’ tempo di invertire la rotta: cambiamento. Bisogna lavorare per progetti definiti e non solo ventilati, indicando obiettivi, luogo, personale, tempi, spesa e risultato finale. Si spendono ogni anno oltre 50 milioni di euro per circa 4mila operai forestali su cantieri aperti mezzo anno, poi gli stessi operai forestali per uno strano matematismo vengono mandati a casa a percepire mezzo anno di mensilità di disoccupazione tanto paga l’Inps: ma che sciocchezza è questa. E’ questo campare alla giornata che ha portato la Basilicata a tali impressionanti povertà per i nostri ragazzi che sono andati via perché non sono state create le premesse per lo sviluppo economico. Negli ultimi 25 anni, tra clientelismo e soldi regalati alla spicciolata, hanno smantellato ospedali e pronto soccorso nelle periferie per privilegiare il centro, poi hanno regalato soldi anziché investirli in opere mirate e veramente produttive, certo hanno indicato che qui progetti a lunga scadenza difettano perché difettano i politici che guardano lontano. Ti guardi in giro e da poche miserabili cose capisci come un territorio in abbandono abbia potuto determinare povertà e tristezza. Lavorare per progetti definiti, questo occorre per rialzare la testa in dignità e in fierezza, due sostantivi, questi ultimi, andati in disuso non solo e non tanto per povertà di linguaggio quanto per assenza di idee. Il governo regionale decida finalmente di cambiare: bisogna lavorare ma bisogna produrre. Quelle persone, oltre 4mila, assumetele tutte e mettetele al lavoro tutto l’anno (sei mesi di lavoro e sei mesi a casa, ma che sciocchezza è questa) perché in Basilicata il lavoro c’è, e ci sono anche i soldi. Cosa manca? La capacità di governo. Se alla direzione del Consorzio di Bonifica c’è gente che non è in grado di rendere produttivi 50 milioni di euro, sostituitela. Ci vuole coraggio e capacità di governo. E’ una questione di responsabilità.

Pasquale Tucciariello, coordinatore regionale Federazione Dc

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