epa11854963 The headquarters of the United Nations Relief and Works Agency for Palestine refugees (UNRWA) in Damascus, Syria, 26 January 2025. Palestinian refugees gathered in a protest demanding the improvement of basic services, especially in the fields of health, education and relief, in addition to providing job opportunities that contribute to improving their living conditions. EPA/MOHAMMED AL RIFAI

Netanyahu ha difeso di fronte ai falchi israeliani la decisione di aprire Gaza agli aiuti umanitari: decisione necessaria, ha spiegato, per poter proseguire le operazioni militari. E ha trovato l’appoggio del superfalco Bezalel Smotrich, che appoggia il suo governo, il quale ha rasserenato i suoi sostenitori spiegando che neanche un chicco di grano arriverà ad Hamas.

Claudia Carpinella, su InsideOver, spiega cosa prevede il piano di aiuti: ammassare i palestinesi in zone cosiddette umanitarie, cioè dei campi di concentramento, distribuire a essi una “quantità minima di cibo“, come ha specificato Netanyahu, sincerandosi, tramite il riconoscimento facciale, che gli aiuti siano dati solo ai civili e non ad Hamas.

Se si tiene presente che l’accusa usata per bandire da Gaza e Cisgiordania l’Unwra (l’Agenzia dell’Onu per l’assistenza ai palestinesi), secondo la quale tale Agenzia, con i suoi 12mila operatori, era una sorta di dependance di Hamas, non aveva alcun fondamento, come riconosciuto dalla comunità dell’intelligence Usa, si può facilmente prevedere, a meno di sviluppi positivi, che il numero degli esclusi dagli aiuti sarà alto…

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Di basnews

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