Il segreto fascino della stupidità
Verrà l’idiozia e avrà i tuoi occhi. Non solo quello fisso e maiolicato della von der Leyen che sembra una damina di Capodimonte e appartiene invece alla famiglia delle iene vaccino che notoriamente infestano il nostro continente, ma quelli di tanti leader che compaiono sullo schermo e nelle foto di rito come se dovessero dimostrare di esistere davvero. Che dire del Voltaire a quoziente zero di Macron che appare come un Candide dell’assetto finanziario o di Merz che sembra la salma appena vestita dai necrofori o delle tante signore e signorine che dovevano cambiare il mondo, secondo i dettami dello pseudo femminismo anni 2000 e che invece ci hanno messo nella merda. Ma la stupidità ha una sua fascinazione ipnotica, perché non si riesce a credere davvero a ciò che si vede e si sente, come gli oggetti cadessero verso l’altro invece che verso il basso.
In questo periodo in cui l’Occidente sta cercando di mettersi d’accordo su come capitolare in Ucraina tutta questa accolita che pare uscita da una corte dei miracoli, straparla in mezzo a un enorme confusione di “garanzie di sicurezza” per l’Ucraina, le quali dovrebbero essere quelle stesse dell’articolo 5 del trattato Nato, anche se il Paese non entrerebbe nell’alleanza. Pure un imbecille comprenderebbe che è proprio questo che la Russia non accetta e tuttavia la gaia compagnia di Bruxelles e dei vati leader nazionali, tenta di far passare questi arzigogoli – Nato, ma non Nato – nella labile speranza che Mosca ci caschi o molto più probabilmente che ci caschino le loro vittime dirette, ovvero i cittadini europei. Più questi parlano, più la Russia si convince che dovrà prendersi tutta l’Ucraina per evitare le situazioni coreane che i leader europei invocano. Insomma un cessate il fuoco che non sarebbe il preludio a un trattato di pace, ma un semplice stato di fatto pronto a ritrasformarsi in conflitto armato in ogni momento. E ora sono davvero disperati perché vedono che i russi avanzano irresistibilmente, hanno circondato le ultime roccaforti prima della steppa aperta, che l’esercito di Kiev non è più in grado nemmeno di simulare una piccola vittoria. Persino il tentativo, effettuato con il coordinamento inglese e di natura puramente mediatica, di sbarco notturno su una spiaggia della Crimea per piantare qualche bandiera ucraina, filmare il tutto e poi andarsene, è miseramente, anzi sanguinosamente fallito. Il fatto è che anche riuscendo di nuovo a rifornire l’Ucraina di armi, necessariamente comprate in Usa – si parla di 100 miliardi – il regime di Kiev non ha più gli uomini con cui combattere efficacemente e anche gli armamenti occidentali si sono rivelati spesso mediocri. Per fermare la Russia non c’è che un intervento diretto e questo significa alla fine guerra nucleare, dopo la quale la Cina regnerà sovrana.
Il vero problema per questi burattini dalla testa di legno che si sono fatti persino umiliare a Washington, quando in serie hanno implorato il “cisfair, lo scrivo si pronuncia. è che se arriva una sconfitta conclamata o che comunque non possa in alcun modo essere spacciata come un pareggio, tutto il milieu politico europeo insieme alle oligarchie che l’hanno allevato e lo sorreggono, rischia la fine dei regimi dopo una guerra persa. Dopo aver speso montagne di miliardi sottratti al welfare per una guerra che pensavano di vincere, dopo aver ucciso la logica stessa della propria economia, difficilmente potrebbe sopravvivere e con esso anche il progetto autoritario che vi si accompagna. Insomma, per dirla in due, parole l’unica pax europea possibile è la guerra. Continuare ad oltranza per nascondere il fatto che sì, l’Ucraina è stata massacrata, ma che è l’Europa la vera perdente del conflitto. Già si avvertono i primi segnali di collasso, simili a piccole scosse di terremoto che precedono il sisma devastante. Ma mai terremoto sarebbe più benvenuto.
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