Alle ore 15 si sono chiusi i seggi. Gli italiani erano chiamati alle urne per la prima tornata elettorale celebrata nel Draghistan. Il primo obiettivo è stato raggiunto: l’affluenza non ha raggiunto nemmeno il 60%, siamo fermi al 59,5% secondo i dati diffusi dal Viminale. Questo significa che 1 italiano su 4 ha deciso di non partecipare a quella che potremmo definire senza tema di smentita come una sceneggiata elettorale. 

Ormai, in pieno Draghistan, non ci sono più le alternative. Il vero vincitore è proprio lui: il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Sostanzialmente tutti i partiti sono appiattiti su neoliberismo e austerità, hanno sposato la narrazione pandemica governativa che non ammette alcun dubbio di sorta nonostante una gestione a dir poco fallimentare, quando non criminale, e tutti fanno a gara nel mostrarsi più realisti del re che siede in quel di Washington. A tal proposito l’Italia è divenuta ancora di più una grande portaerei della NATO in pieno Mediterraneo. Roma ormai prende parte a tutte le crociate contro Cina e Russia, nel vano tentativo di fermare l’ascesa di Pechino. 

Dunque, perché le persone dovrebbero recarsi alle urne? Tranne pochi aspetti secondari, non c’è offerta politica differenziata. Tutti (parliamo dei partiti più grandi e influenti) propongono le solite ricette trite e ritrite, oltre che ampiamente fallimentari. Sono infatti le politiche portate avanti dal governo Draghi con fanatica convinzione, così come tutti i governi neoliberisti precendenti, che hanno portato l’Italia allo sfascio attuale. 

Le uniche due ‘anomalie’ erano rappresentate dal Movimento 5 Stelle e in parte dalla Lega. Ma questi due partiti, in un modo o nell’altro, sono stati completamente normalizzati. Così come quelle forze di sinistra divenute ormai extraparlamentari e completamente irrilevanti. A livello elettorale così come nella società. 

Infine, da evidenziare l’ultimo capolavoro delle classi dominanti: mentre inaspriscono le loro scellerate politiche economiche e sociali distruggendo economia, diritti acquisiti, ogni briciolo di welfare state e proletarizzando i ceti medi, hanno creato come diversivo una guerra tra poveri su vaccini e green pass. Così i più colpiti dalle politiche governative invece di unirsi e pretendere che l’Italia recuperi la sovranità perduta, implementi politiche volte alla crescita, un necessario aumento di salari e pensioni, la ricostruzione di una sanità devastata dalla deriva austeritaria neoliberista; passano il proprio tempo a farsi una guerra assurdamente ideologica su lasciapassare sanitari e obblighi vaccinali. 

Questo è il Draghistan e siamo solo all’inizio. 

Fabrizio Verde

Direttore de l’AntiDiplomatico. Napoletano classe ’80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it.

Di BasNews

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