Il 6 giugno 2022, i Carabinieri della Legione “Basilicata” celebrano il 208° annuale della fondazione dell’Arma dei Carabinieri.

La solenne cerimonia ha avuto luogo in Potenza alle ore 18:00 all’interno della “Caserma Lucania” nel rione Santa Maria, preceduta dalla deposizione di una corona in memoria di tutti i caduti dell’Arma.

La cerimonia, presieduta dal Comandante della Legione Carabinieri “Basilicata” Generale di Brigata Raffaele COVETTI, ha visto la partecipazione delle Autorità civili, militarie religiose, delle rappresentanze delle diverse Sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Nazionali Forestali, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, dei familiari dei Caduti, delle Vittime del dovere, dei Gonfaloni dei Comuni Decorati, dei Sindaci della provincia di Potenza, delle Scolaresche e dei cittadini di Potenza. Nel corso della celebrazione è stata data lettura dei messaggi augurali del Presidente della Repubblica, del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Teo LUZI ed ha preso la parola il Generale di Brigata Raffaele Covetti, Comandante della Legione Carabinieri “Basilicata”, che ha tracciato un consuntivo dell’attività operativa svolta dai Carabinieri in Lucania. I Reparti dell’Arma che insistono nel territorio del Comando Legione Carabinieri Basilicata, hanno tratto in arresto 199 persone in flagranza di reato e 222 su disposizione dell’Autorità Giudiziaria. 4617 sono state deferite all’Autorità Giudiziaria a piede libero. Sequestrati circa 100 kg di stupefacenti del valore di euro 380.945,00 e 3 immobili nella disponibilità di sodalizi dediti al traffico e spaccio di stupefacenti del valore di circa 1.200.000,00 euro. 31 persone sono tratte in arresto e 304 deferite a p.l. per reati in materia di violenza di genere, dei quali 149 per maltrattamenti in famiglia, 21 di violenza sessuale ed 87 per atti persecutori. I Carabinieri hanno provveduto a notificare 44 fogli di via obbligatori e richiesto 44 avvisi orali nonché sottoporre 15 censiti di pregiudizi penali alla misura di prevenzione con obbligo di soggiorno.

Sono stati svolti 116 accertamenti patrimoniali con conseguente deferimento a piede libero all’Autorità Giudiziaria di 69 persone nonché sequestrati beni immobili e mobili per un valore complessivo di circa 3.500.000 euro. Proficua quanto intensa è stata l’attività di controllo e verifica svolta” per garantire l’osservanza delle disposizioni che regolamentano la legittima attribuzione del reddito di cittadinanza, al fine di verificare che i beneficiari della misura economica ne abbiano effettivamente titolo. Il Grande fervore operativo dei militari ha consentito di conseguire lusinghieri risultati che hanno avuto, anche a livello nazionale, un risvolto mediatico tale da dimostrare tanto l’incisiva azione di contrasto quanto la certosina attività di controllo. Precisamente sono state svolte attività di verifica su 6.107 nuclei familiari per un totale di 11.851 persone con conseguente accertamento di 399 distinte violazioni commessi da altrettanti soggetti di 388 (217 uomini e 171 donne) deferiti a p.l. all’Autorità Giudiziaria con un’indebita percezione di oltre 2.350.000,00 euro.

Particolarmente incisiva è stata l’attività di controllo del trasporto su strada di rifiuti, svolta congiuntamente a personale del comparto Forestale, con 712 mezzi controllati, 19 irregolarità accertate con 1 persona deferita a p.l. per mancata inscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali e 1 mezzo sottoposta a sequestro.

Preziosa altresì l’azione svolta quotidianamente dal personale delle Stazioni Carabinieri che costituiscono nei piccoli paesi lucani vero Presidio di Legalità in periodo di pandemia durante il quale i Carabinieri sono stati vicini alle popolazioni fornendo assistenza, medicinali, supporto, talvolta anche di natura psicologica e, tramite apposita convenzione tra Arma Carabinieri e POSTE Italiane, i Comandanti di Stazione hanno prelevato le pensioni di persone anziane impossibilitate a recarsi presso gli Uffici Postali.

Infine durante la cerimonia sono stati premiati alcuni militari che si sono particolarmente distinti in importanti operazioni di servizio a tutela della collettività e del bene comune.

Di rilievo le indagini condotte dal personale della Compagnia di Lagonegro e del Nucleo Investigativo di Potenza, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo.

La prima, denominata “Octopus 2.0”, il cui epilogo si è avuto nel marzo scorso, con l’esecuzione di 34 perquisizioni domiciliari nei confronti degli indagati, localizzati in vari capoluoghi del territorio nazionale, ha costituito una vera e propria innovazione, poiché, in pieno “lockdown”, dovuto al fenomeno pandemico in atto, in cui le restrizioni imposte dal Governo hanno limitato, per lunghi periodi, gli spostamenti da e verso l’estero e tra le varie regioni d’Italia, gli stessi, su scala transazionale, hanno ideato e creato nuove modalità di approvvigionamento e distribuzione degli stupefacenti, provenienti da Spagna – principalmente Madrid e Barcellona – ed Olanda.

Per eludere i controlli, i pusher acquistavano la droga tramite dedicati canali presenti sui social network, in cui gli acquirenti avevano modo di visionare non solo le immagini ma anche i video nei quali veniva illustrato, nel dettaglio, la tipologia in vendita ed il relativo prezzo.

Il pagamento avveniva con criptovaluta “Bitcoin”, priva di ogni tracciabilità, per poi ricevere lo stupefacente direttamente in casa, consegnata da ignari impiegati dei principali vettori di corriere espresso, non di rado, occultato all’interno di confezioni di generi alimentari, prodotti questi cosparsi di essenze odorose, per confondere il fiuto delle unità cinofile, e tenuti in fresco grazie a involucri di ghiaccio/gel a lunga durata.

Le investigazioni, iniziate proprio a Lagonegro, hanno ricostruito la ramificata organizzazione che immetteva grandi quantità di stupefacente sull’intera penisola, definendo i ruoli e le relazioni tra i compartecipi, responsabili, a vario titolo, delle ipotesi di reato di associazione finalizzata al traffico illecito e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti (artt.74 e 73 DPR 309/90).

Esse, nel volgere di poco meno di 1 anno (2021), hanno portato all’arresto, in flagranza di reato, di 105 persone, al deferimento in stato di libertà all’A.G. di altre 85, ed al sequestro di 112 kg. di droga, tra cui cocaina, eroina, marijuana, hashish, ecstasy, metamfetamina e ketamina.

La seconda indagine, “Idra”, conclusa nel luglio 2021, con l’emissione ed esecuzione di una misura cautelare personale a carico di 26 soggetti, a firma del GIP di Potenza, responsabili dei reati anzidetti, ha consentito ai militari del Nucleo Investigativo di individuare, nel potentino, due gruppi criminali distinti:

  • il primo, di matrice etnica, dedito all’approvvigionamento e commercializzazione di significativi quantitativi di droga, attivo nel centro storico di Potenza e con propaggini in vari comuni potentini della Val D’Agri, composta da migranti di nazionalità gambiana e nigeriana;
  • il secondo, costituito da un’articolata rete di spacciatori al dettaglio, di nazionalità italiana, che, seppur non legati tra loro da vincoli associativi, agivano in costante raccordo e con modalità di tipo mutualistico.

Lo sviluppo investigativo, avvenuto tra l’aprile 2019 e l’agosto dell’anno successivo, oltre alle attività di riscontro sostanziate dall’arresto in flagranza e deferimento all’A.G. degli indagati, hanno permesso di sequestrare mezzo chilogrammo di droga, del tipo hashish e marijuana.

Ancora, quale rara evidenza investigativa, in Italia, se non unica, in tema di “tratta di esseri umani”, illecitamente costituita su scala internazionale, è stato reso merito al personale che ha portato a compimento l’indagine “Women Transfer”.

Frutto di un intenso lavoro condiviso con il Comando Carabinieri Tutela del Lavoro di Roma e gli organi inquirenti coinvolti della Moldavia (Procura e Polizia della capitale Chisinau), sostenuto dalla cooperazione fornita da Eurojust ed Europol, la cui sinergia ha portato alla creazione di una Squadra Investigativa Comune composta dalla Repubblica Italiana e quella Moldava, le investigazioni, durate meno di un anno, hanno consentito di individuare un sodalizio criminoso che operava tra i due Paesi, con base logistica a Potenza.

Gli appartenenti, dei quali sono stati definiti i singoli ruoli, erano dediti al reclutamento di donne vulnerabili ed in condizioni sociali, familiari ed economiche precarie, da impiegare come badanti presso le famiglie residenti nelle due province lucane, in nero ed in condizioni di grave sfruttamento lavorativo, con riguardo agli orari, massacranti e continui, senza adeguato riposo, all’alloggio, alle garanzie previdenziali ed assistenziali, con paghe che, al netto delle trattenute per i debiti maturati dalle stesse e degli orari di lavoro, sono risultate di gran lunga inferiori a quelle previste.

Il tutto ricorrendo ad espedienti, quali la contraffazione di documenti personali, precostituire debiti in danno delle malcapitate per il viaggio organizzato verso il nostro Paese, l’alloggio messo a disposizione all’arrivo in attesa di collocazione lavorativa e la tangente mensile applicata sulla retribuzione a titolo di procacciamento dell’impiego.

A garanzia del debito, le donne venivano private del passaporto, restituito solo al saldo di quanto dovuto, oltre che sottoposte a una perdurante intimidazione, dietro minaccia di aggressione, sfociata anche in costrizione fisica, o essere avviate alla prostituzione in caso di insolvenza o riluttanza alla rigida sorveglianza di cui erano destinatarie.

Il culmine dell’indagine, che ha consentito di focalizzare la posizione di oltre 80 vittime, si è avuto nel settembre scorso, in cui, a carico di sei soggetti, cinque cittadini moldavi e un italiano, i Carabinieri hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto emesso dalla D.D.A. di Potenza poiché ritenuti gravemente indiziati di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Di BasNews

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